Il dibattito sulle dimissioni dei ministri in seguito a un avviso di garanzia sembra del tutto inconsistente, considerando le numerose inchieste giudiziarie che si sono concluse senza alcuna colpa accertata. Anche Daniela Santanchè e Andrea Delmastro sono stati sollecitati dalle opposizioni a dimettersi, ma l’elenco dei membri del governo costretti a lasciare il proprio incarico a causa di scandali giudiziari è lungo. Questi scandali hanno coinvolto sia esecutivi di centrodestra che di centrosinistra.
Nel 2006, Francesco Storace si dimise da ministro della Salute nel governo Berlusconi a causa del cosiddetto “Laziogate”. Anche se inizialmente condannato, venne poi assolto in Appello. Clemente Mastella, ministro della Giustizia nel governo Prodi, annunciò nel 2008 le sue dimissioni a seguito di accuse di illeciti nelle nomine alle Asl, ma lui e sua moglie furono successivamente assolti. Anche Claudio Scajola, ministro dello Sviluppo economico nel governo Berlusconi, dovette abbandonare il suo incarico a causa di un’inchiesta per finanziamento illecito, che alla fine non portò a nulla.
Anche i governi Letta e Renzi hanno affrontato le dimissioni dei membri dell’esecutivo. Durante il governo Letta, Josefa Idem e Nunzia De Girolamo lasciarono il Consiglio dei ministri. Idem venne coinvolta in un’indagine sulle evasioni fiscali, ma non era ancora indagata quando si dimise. De Girolamo, invece, si dimise a seguito dello scandalo che coinvolse l’Asl di Benevento, ma successivamente venne assolta.
Con l’insediamento di Matteo Renzi, il ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi si dimise a causa dell’inchiesta sulle “Grandi opere”, anche se non era nemmeno indagato. Federica Guidi si dimise dal Ministero dello Sviluppo economico nel 2016 a seguito della pubblicazione di intercettazioni senza rilevanza penale.
Anche il governo Conte 1 ebbe i suoi problemi politico-giudiziari. Edoardo Rixi, nominato viceministro dei Trasporti, venne attaccato dal Movimento 5 Stelle dopo essere stato condannato in primo grado per peculato. Rixi si dimise, ma successivamente fu assolto in Appello e dalla Cassazione.
È interessante notare che il Movimento 5 Stelle, che si considera garantista, non si oppose all’ingresso nel governo di Rixi nonostante fosse rinviato a giudizio, ma poi si scagliò contro di lui dopo la condanna in primo grado. D’altra parte, il Partito Democratico dovrebbe ricordare i casi di Vasco Errani e Simone Uggetti, che furono scagionati anni dopo dalle accuse a loro rivolte, ma persero comunque i loro incarichi di governatore emiliano e sindaco di Lodi.
Questa lunga lista di dimissioni e scandali giudiziari dimostra che il dibattito sulle dimissioni dei ministri in seguito a un avviso di garanzia è spesso privo di fondamento. È necessario valutare attentamente ogni caso e non cadere nel trappolone dei polveroni mediatici.