Una donna incinta di 32 anni, di nazionalità bosniaca, si è costituita mercoledì presso la Questura insieme al suo avvocato per scontare una pena di 7 mesi e 20 giorni per reati contro il patrimonio, nello specifico per borseggio. La donna era convinta che non sarebbe stata arrestata e che avrebbe beneficiato del differimento automatico della pena, come previsto fino al 2022 per le donne in gravidanza e le madri di figli di età inferiore a un anno.

Tuttavia, la borseggiatrice è stata condotta al carcere di San Vittore nonostante la gravidanza, a causa di una nuova disposizione della Procura. Ora spetta al magistrato di Sorveglianza valutare caso per caso il bilanciamento tra la tutela dei diritti del detenuto (e del minore) e la tutela delle esigenze della collettività. Pertanto, se la condanna è definitiva, il giudice può disporre la detenzione domiciliare “umanitaria” o la detenzione in un istituto a custodia attenuata. Le forze dell’ordine devono eseguire gli ordini di carcerazione.

Questa nuova disposizione rappresenta una modifica rispetto alla precedente legge che prevedeva il differimento automatico della pena per le donne in gravidanza o con figli di età inferiore a un anno. Ora la situazione viene valutata caso per caso, tenendo conto delle circostanze specifiche e delle esigenze della collettività.

È importante notare che la detenzione domiciliare “umanitaria” o la detenzione in un istituto a custodia attenuata sono opzioni che possono essere prese in considerazione, ma non sono automatiche. Ogni caso viene esaminato attentamente per garantire una giusta tutela dei diritti del detenuto e del minore, bilanciandoli con le esigenze della collettività.

Questa nuova disposizione mira quindi a garantire un approccio più equo e bilanciato nella gestione delle detenzioni per le donne incinte o con figli piccoli, tenendo conto delle diverse variabili e delle specifiche circostanze di ogni caso.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui