Scandalo di sfruttamento del lavoro nella provincia di Como

Un’importante indagine condotta dalla squadra mobile della polizia di Como ha portato all’apertura di un fascicolo nei confronti della Ccm Group, un’azienda bergamasca con sedi a Truccazzano e a Cantù, in via Monte San Primo. L’amministratore unico dell’azienda, Angelo Marinoni, i due responsabili di produzione delle due sedi e un cittadino egiziano sono finiti sul registro degli indagati con l’accusa di “intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro”.

La Ccm è un’azienda conosciuta a livello internazionale per la produzione di arredamento per aeroporti, con commesse provenienti da tutto il mondo. L’accusa a cui dovranno rispondere gli indagati è quella di aver sfruttato un certo numero di lavoratori, principalmente stranieri, sfruttando la loro situazione di bisogno e facendoli lavorare in nero. Le indagini sono state avviate dopo un incidente sul lavoro e hanno portato alla perquisizione delle due sedi dell’azienda.

Durante le perquisizioni, sono stati identificati 11 lavoratori stranieri clandestini impiegati in nero e alloggiati in un appartamento vicino alla sede di Cantù. Sono stati identificati anche altri lavoratori, italiani e stranieri con permesso di soggiorno, impiegati senza contratto. Secondo gli investigatori, il reclutatore di questa manodopera era un cittadino egiziano che è stato fermato a Malpensa e a cui sono stati sequestrati 10mila euro in contanti.

L’inchiesta è ancora in fase preliminare, ma sembra che questa pratica sia stata in atto da anni. I lavoratori venivano assunti solo per pochi giorni, il tempo necessario per concludere il lavoro, e poi venivano nuovamente “licenziati” e reimpiegati in nero. L’attività imprenditoriale dell’azienda è stata sospesa e si prevedono sanzioni amministrative per centinaia di migliaia di euro.

Questo caso di sfruttamento del lavoro mette in luce la necessità di aumentare i controlli e le sanzioni per combattere il caporalato e garantire la tutela dei lavoratori. Speriamo che l’inchiesta possa portare alla luce tutte le responsabilità e che si possa fare giustizia per i lavoratori coinvolti.

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