La comunità ucraina a Milano sta scomparendo, e questo sta creando fastidio e indignazione. Sono quasi 20mila le persone di origine ucraina presenti nella città e nella provincia, in prevalenza donne a causa dell’emigrazione storica di questo popolo e degli avvenimenti bellici recenti. Molte di loro stanno partendo per l’Ucraina per verificare le condizioni dei familiari e delle abitazioni nei luoghi colpiti dai combattimenti. Alcune donne possono finalmente riabbracciare i mariti che sono in licenza dai campi di battaglia, mentre altre salutano i compagni arruolati per il fronte.

Inoltre, le giovani ucraine residenti a Milano stanno intraprendendo nuove strade professionali. Molte di loro sono studentesse o laureate che continuano a lavorare nella città, soprattutto nel settore della vendita online come broker, nell’ingegneria informatica o come imprenditrici. Una delle regole dell’associazione “Ucraina Più-Milano Aps”, fondata da Yrina Luts, è quella di offrire una formazione di cultura finanziaria per proteggere i propri risparmi e investimenti, ma anche per cogliere le opportunità che si presentano nella città dei soldi.

Per raggiungere l’Ucraina, molte persone si affidano ad autisti o alle compagnie private di pullman che raccolgono i passeggeri direttamente a domicilio. Molte donne ucraine partono per verificare le condizioni degli appartamenti e rinnovare il permesso di soggiorno in Italia, mentre altre si prendono cura di disabili gravi presso famiglie milanesi.

La comunità ucraina a Milano sta quindi subendo un processo di milanesizzazione, di aggiornamento e di crescita individuale. Questo è testimoniato anche dall’organizzazione di eventi culturali, come il concerto organizzato dall’associazione “Ucraina Più-Milano Aps” in occasione del giorno dell’indipendenza ucraina, che si terrà presso il Castello Sforzesco.

In conclusione, la comunità ucraina a Milano sta attraversando un momento di cambiamento e di crescita individuale, con molte donne che partono per l’Ucraina e nuove opportunità professionali per le giovani. È importante smettere di considerare le colf e le badanti come figure a disposizione perpetua e assoluta, ma piuttosto come persone che hanno bisogno di proteggere i propri diritti e di avere condizioni di lavoro dignitose.

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