Protesta a Monza: il corteo del Foa Boccaccio scende in strada

Il Foa Boccaccio ha mantenuto la sua promessa ed è sceso in strada per protestare. Con uno spettacolare corteo, fatto di striscioni, fumogeni e insulti, il Foa Boccaccio sta manifestando la sua indignazione dopo lo sgombero avvenuto questa mattina nello stabile occupato in via Timavo 12, grazie a un blitz della Polizia di Stato.

La mobilitazione è partita qualche minuto fa stasera, martedì 1 agosto 2023, da piazza Castello a Monza, vicino alla stazione, e si sta snodando per le vie della città semideserta. Alla manifestazione hanno partecipato persone provenienti da Milano e alcune vicine ai gruppi anarchici, per un totale di almeno 300 manifestanti.

Il corteo, scortato dalla Polizia di Stato, è partito al grido di “Non abbiamo più spazio da perdere, Boccaccio non si tocca” ed è proseguito con il grido “Occupiamo, occupiamo”. Successivamente sono stati rivolti insulti al sindaco Paolo Pilotto e all’assessore alla Sicurezza Ambrogio Moccia. Per gli occupanti, infatti, l’attuale Giunta è assimilata a quella precedente nel suo operato.

Al momento, il corteo si trova in via Galilei, a metà del percorso, e finora non si sono verificati scontri o situazioni critiche.

Al momento, non si è ripetuto quanto accaduto due anni fa, quando il Foa, sgomberato da via Rosmini, aveva occupato un altro stabile, appunto quello di via Timavo 12. Tuttavia, il Foa ha annunciato che il suo ventennale percorso non si fermerà e che troveranno un nuovo spazio per le iniziative in programma per settembre.

Mentre i residenti e chiunque creda nella legalità applaude allo sgombero dell’area occupata, anche perché diventata pericolosa a causa della presenza di amianto e del rischio di crollo a seguito del maltempo, il Foa Boccaccio ha espresso la sua posizione sul suo profilo Facebook. Gli stabili, infatti, sono stati restituiti alla proprietà in vista di futuri interventi edificatori, ma i rappresentanti del Foa rivendicano il loro operato.

Le tempeste delle ultime settimane hanno causato ingenti danni in tutta la provincia e il nostro spazio non ha fatto eccezione: abbiamo subito iniziato a mettere in sicurezza le aree, dopo aver constatato i danni alla vegetazione, ai tetti e alle tettoie. Sono state annullate tutte le iniziative pubbliche, sia per garantire la sicurezza del collettivo e delle persone che attraversano lo spazio, sia per consentire l’avvio dei lavori di manutenzione.

La scorsa settimana ci siamo concentrati sugli interventi sul verde e già erano previste ulteriori valutazioni e azioni urgenti sui tetti e le tettoie, in linea con le pratiche di autorecupero che contraddistinguono il nostro operato all’interno di aree dismesse da vent’anni, senza trascurare la questione dell’amianto, purtroppo diffuso nel nostro territorio.

Riteniamo quindi che lo sgombero avvenuto oggi sulla base di una presunta “emergenza amianto” sia pretestuoso, considerando che in vari quartieri periferici della città lo stesso problema, anche in forma molto più rilevante, non è stato affrontato con la stessa “urgenza”.

Abbiamo quindi deciso di scendere subito in piazza per dare una risposta immediata allo sgombero e per rivendicare il nostro ventennale percorso. Nonostante i continui attacchi mediatici e la falsa retorica dei vicini esasperati, centinaia di iniziative politiche e culturali hanno coinvolto migliaia di giovani di Monza e della Brianza. Le attività del Boccaccio rappresentano un’oasi di libertà nel deserto della città di Monza e nel clima repressivo post-pandemia, in cui la Giunta Pilotto ha dato continuità all’operato del suo predecessore Allevi.

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