Il caso del supplemento di due euro per il toast tagliato in due nel bar Pace di Gera Lario continua a far discutere, diventando un caso nazionale e scatenando varie polemiche. Recentemente, la giornalista Selvaggia Lucarelli ha mostrato uno scontrino che le è stato inviato dalla Liguria, dove tra le varie voci di spesa c’è anche “piattino condivisione”, ovvero quello che è stato necessario per dividere le trofie in tre. Non solo il bar Pace, ma anche l’Osteria del Cavolo di Finale Ligure, in provincia di Savona, è finito nell’occhio del ciclone. Persino TripAdvisor ha momentaneamente sospeso la possibilità di recensire il locale, poiché è stato oggetto di critiche anche da parte di chi non ci era mai stato.

Ciò che accomuna le due vicende, oltre all’indignazione generale, è anche la solidarietà che la titolare dell’Osteria del Cavolo ha espresso verso il collega del bar Pace in un video su Instagram de La Repubblica. “Non credo di essere stata disonesta”, spiega Ida Germano, “i due euro erano esclusivamente per dimostrare che ci vuole rispetto da entrambe le parti. Siamo qui per lavorare e servire bene”. La signora Germano racconta che il tavolo occupato era per tre persone, ma si sono seduti solo due adulti e una bimba. Hanno scelto prima una trofia da dividere in tre e poi un piatto di acciughe sempre da dividere in tre. “Quattro piattini in totale. Questo è un lavoro in più. Poteva essere occupato da tre persone che avrebbero cenato tutti e tre e la situazione sarebbe stata diversa. Forse ho usato un pochino di coraggio, e per questo devo ringraziare il collega sul lago di Como che ha deciso di far pagare il toast diviso in due, giustamente perché ha usato due piatti e non è lo stesso servizio! Quindi siamo solidali con il bar sul Lago di Como”.

Le parole di Ida Germano, che possono essere condivisibili o meno, aprono comunque uno spiraglio al punto di vista di chi lavora in bar e ristoranti. È importante considerare entrambe le prospettive prima di trarre conclusioni affrettate su questi casi.

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