Il mistero del cargo militare americano atterrato a Ghedi il 19 aprile continua ad alimentare dibattiti e ipotesi. Nessuna fonte governativa italiana ha mai confermato ufficialmente la presenza di ordigni nucleari a Ghedi, ma il volo del C17A Globemaster dell’aviazione Usa ha sollevato nuove domande sulla questione. L’aereo, abilitato per il trasporto di ordigni nucleari, ha compiuto un tragitto insolito, girando sull’Atlantico al largo della Spagna per evitare il sorvolo di aree abitate. Dopo Ghedi, l’aereo ha fatto tappa ad Aviano, altra base dove si sussurra siano presenti le atomiche Usa. Nel 2018 il ministero della Difesa italiano aveva autorizzato lavori per aggiornare la capacità dei Tornado del 6° Stormo di Ghedi, cioè della loro capacità di portare non solo bombe convenzionali, ma anche nucleari. Nonostante il Governo italiano abbia sempre opposto un rigoroso silenzio sulla questione, le prove sostanziali sulle funzioni “Dual Capable” dei Tornado di Ghedi sembrano sempre più concrete. Vale la pena di esaminare il testo dell’atto ministeriale del 2018, che autorizzava lavori per l’acquisizione di supporto ingegneristico industriale e sviluppo software per l’integrazione sul velivolo Tornado dell’armamento Lep. La capacità non convenzionale “Dca” significa “Dual capability aircraft”, ovvero la capacità di un aereo di avere il doppio ruolo convenzionale e nucleare. L’armamento Lep è la sigla del “Life Extension Program” con il quale viene denominata, anche dall’amministrazione americana, la nuova versione della bomba B61: la B61/12 Lep. Nonostante le informazioni segrete, le ipotesi e le prove sostanziali sembrano sempre più concrete sulla questione delle atomiche a Ghedi.

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