Cronaca locale

13 Agosto 2023 – 15:02

Bastava uno sguardo per individuare i modelli extralusso da attaccare: svelati i retroscena della banda degli orologi di Milano

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32mila euro per pedinare e colpire: così agiva la banda degli orologi di Milano

Ora che la banda degli orologi di extralusso di Milano è stata sgominata, le indagini si stanno concentrando sul modus operandi dei suoi componenti. Tra i fermati c’è Nabil Touati, un trentaquattrenne, che sembra fosse la mente dell’organizzazione. Era lui a individuare quali fossero le prede da colpire: con un solo sguardo è in grado di riconoscere il valore del prezioso da polso e la fattibilità dell’operazione. L’ultima vittima della banda è stato un turista libico, da anni residente in Canada, che aveva scelto l’Italia per le sue ferie d’agosto insieme alla famiglia.

All’uscita dall’albergo in centro, Touati ha notato che al polso l’uomo indossava un Richard Mille esclusivo del valore di oltre mezzo milione di euro. Appostandosi nei pressi dei grandi alberghi di Milano, nelle zone del lusso, è facile trovare qualcuno con indosso oggetti preziosi. A quel punto, come riferisce il Corriere della sera, comunica l’avvistamento ai complici e da quel momento il turista viene scortato a vista, anche all’interno de La Rinascente, Fahim Leulmi, un franco-algerino. La banda si tiene in contatto tramite telefono, si dà il cambio per non destare sospetti. Quando l’uomo, all’ora di cena, raggiunge corso Vittorio Emanuele, a tampinarlo sono Nazim Hanachi, un altro franco-algerino, e Wafaa Lembahej, marocchina e basista del gruppo, che mette a disposizione la sua casa in zona viale Padova per la permanenza del gruppo di malfattori in città.

La famiglia alloggia al Mandarin Oriental, uno degli hotel di maggior pregio della città e prima di rientrare si ferma a mangiare in un noto ristorante del centro. Il gruppo di ladri attende oltre un’ora prima che i libici terminino il loro pasto e imbocchino la strada del ritorno, aggredendoli in via Morrone. Nabil Touati, racconta la vittima, “è venuto dietro di noi e ha preso il mio orologio (…) mi ha spinto a terra e mi ha lasciato un segno sulla mano e mi sono ferito. Mio figlio e io abbiamo cercato di inseguirlo ma era troppo veloce. Per tutta la mia famiglia è stato un momento triste”. Il belga è sospettato di aver rubato insieme a un altro complice un altro orologio extralusso due anni dal polso di Cosmin Olaroiu: un Richard Mille del valore di un milione di euro. Difficile per le vittime tornare in possesso del maltolto: per quanto riguarda l’orologo del libico, quello è stato rivenduto poche ore dopo il furto a 126mila euro.

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