Ambiente e natura: il ritorno del gambero di fiume autoctono

Nel Parco alto Garda sta avvenendo un evento straordinario grazie agli interventi dell’Ersaf (Ente regionale per lo sviluppo agricolo e forestale) e della Comunità montana con il progetto “Life Ip Gestire 2020” per la tutela della biodiversità. Si tratta del ritorno del gambero di fiume autoctono, Austropotamobius Pallipes Italicus, nei torrenti e nei ruscelli della zona.

Questo gambero autoctono è un vero indicatore biologico e richiede acque pulite per sopravvivere. La sua presenza è quindi un segnale positivo per l’ambiente. Ma non è solo questo, il gambero di fiume autoctono è originario dei nostri territori e la sua ripresa è una grande notizia in un periodo in cui altre specie invasive, come il granchio blu e il gambero “killer”, stanno causando problemi.

Grazie al lavoro del centro Ersaf a Prabione di Tignale, questo gambero autoctono sta tornando a diffondersi. Il centro è specializzato nel ripopolamento di questa specie e sta compiendo un vero e proprio miracolo. I gamberi vengono allevati in stagni artificiali e una volta cresciuti vengono immessi in natura in varie zone del Parco alto Garda, dove è necessario rafforzare la presenza di questa specie.

Il progetto non si limita al ripopolamento, ma prevede anche monitoraggi periodici su diversi corsi d’acqua per individuare situazioni critiche per il gambero e intervenire per migliorarle. Grazie a questi interventi, è stato possibile osservare esemplari adulti con le uova di riproduzione, segno che la popolazione sta crescendo e si sta riproducendo.

Questo progetto è di grande importanza per la tutela della biodiversità e per la salvaguardia dell’ambiente. Il gambero di fiume autoctono è un simbolo di acque pulite e di ecosistemi sani. Grazie all’impegno dell’Ersaf e della Comunità montana, possiamo sperare in un futuro migliore per la natura e per le specie autoctone che la abitano.

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