Lo scandalo dello sfruttamento del Reddito di Cittadinanza a Milano
I Carabinieri del Gruppo Tutela Lavoro di Milano hanno concluso un’importante indagine sullo scandaloso sfruttamento del Reddito di Cittadinanza (RDC) nella città. Sono stati individuati cittadini extracomunitari, principalmente di origine somala, che hanno indebitamente percepito il RDC, mentre alcuni commercianti hanno illecitamente monetizzato il credito del RDC, ottenendo un profitto.
L’inchiesta è stata avviata nel febbraio del 2021 dal Nucleo Operativo del Gruppo per la Tutela del Lavoro di Milano e coordinata dalla Procura della Repubblica di Milano, in collaborazione con gli uffici competenti dell’INPS. Grazie a questa collaborazione, sono stati individuati numerosi cittadini somali che ricevevano il RDC senza avere i requisiti necessari. Già nel dicembre 2022, un bengalese, titolare di un’attività di “Internet point” e di commercio al dettaglio di apparecchiature telefoniche, è stato posto agli arresti domiciliari per riciclaggio continuato e abusiva attività di prestazione di servizi di pagamento.
Attraverso un’attenta analisi dei flussi finanziari, è emerso che questi individui effettuavano acquisti anomali e ricorrenti con la carta del RDC in tre esercizi commerciali milanesi: un negozio di telefonia, una rivendita di prodotti alimentari e un ristorante kebab. Gli esercenti consentivano di monetizzare il beneficio economico del RDC, accettando pagamenti senza causa tramite POS o utilizzando pagamenti di utenze intestate agli esercenti per nascondere l’origine illecita del denaro. In cambio, i gestori consegnavano somme in contanti, trattenendo una percentuale che variava dal 10% al 15% per ogni transazione.
Complessivamente, i tre negozi hanno registrato un incremento abnorme delle transazioni POS, non giustificate dall’acquisto di beni di prima necessità. Nell’inchiesta sono state coinvolte 633 persone che avevano effettuato acquisti con il RDC presso i tre esercizi commerciali. Di queste, 597 sono risultate essere indebiti percettori e sono state denunciate in 14 Procure della Repubblica, tra cui quelle di Milano, Cosenza, Bergamo, Napoli, Roma, Brescia, Como, Torino, Lodi, Siracusa, Trapani, Monza, Lecce e Genova. Sono loro contestati i reati di falsa attestazione del possesso dei requisiti per la corresponsione del beneficio RDC e di truffa aggravata.
Il restante gruppo di 36 soggetti, in possesso dei requisiti, è stato segnalato all’INPS per l’indebito utilizzo del beneficio, che è stato prontamente sospeso. Tutte le 633 persone coinvolte sono extracomunitari, il 90% dei quali di origine somala. Le somme di denaro riciclate dagli esercenti ammontano a circa 413.000 euro, mentre l’indebita percezione in danno dello Stato è stata quantificata in 2.374.000 euro.
Due dei tre titolari delle attività commerciali coinvolte sono stati denunciati in stato di libertà all’Autorità Giudiziaria di Milano per riciclaggio continuato. Durante le perquisizioni, sono stati sequestrati 40.000 euro, considerati profitto del reato. Il terzo titolare, il bengalese, è agli arresti domiciliari e è stato condannato a 2 anni e 6 mesi di reclusione e alla confisca di 20.800 euro, che rappresentano il calcolo del guadagno illecito del reato di riciclaggio.
Questo scandalo mette in luce un grave abuso del sistema di assistenza sociale e l’arricchimento illecito di alcuni individui a danno dello Stato e dei cittadini onesti. Il denaro destinato al RDC avrebbe dovuto essere utilizzato per aiutare coloro che si trovavano veramente in difficoltà economica a risollevarsi.