Vincenzo Catapano, ex poliziotto in servizio nella sala operativa della Questura di Cremona, è stato assolto dalle accuse di commercializzazione di sostanze dopanti e detenzione finalizzata allo spaccio di farmaci a base di nandrolone. Tuttavia, è stato condannato a due anni e tre mesi per la ricettazione di anabolizzanti e per l’accesso abusivo a sistemi informatici.

Il processo è durato tre anni e ha subito numerosi rinvii causati da irreperibilità dei testimoni, citazioni a vuoto e mancanza di prove delle avvenute citazioni. L’ex agente è stato agli arresti domiciliari, sottoposto all’obbligo di firma e sospeso dal servizio.

Secondo la procura, Catapano e altre due persone avrebbero ceduto ad altri atleti amatoriali sostanze proibite. L’ex poliziotto si sarebbe procurato le sostanze dopanti attraverso canali particolari e con la complicità di medici compiacenti. Sostanze illegali, anche non commercializzate in Italia, che sarebbero state cedute, dietro cessione di denaro, a diverse persone con le quali Catapano frequentava la palestra.

L’ex poliziotto ha sempre negato le accuse, sostenendo che quelle sostanze erano “esclusivamente per uso personale”. In una memoria scritta, Catapano ha dichiarato di non aver mai ceduto né commercializzato quei farmaci, di averli semmai comprati in acquisti comuni partecipando a collette, e di essere pentito delle leggerezze commesse. Ha inoltre dichiarato di essere dispiaciuto per aver dato un grosso dispiacere ai suoi genitori e di aver capito la lezione.

Per l’avvocato difensore Luigi Calabrese, non c’è dolo specifico perché non c’è stato commercio di queste sostanze. L’avvocato ha posto l’attenzione sulle lacune investigative, come la mancanza di perizia sul principio attivo dei farmaci.

L’accusa di doping è caduta, ma per il giudice Catapano è responsabile di ricettazione per aver acquistato i farmaci per uso personale dall’estero, e quindi fuori dai canali ufficiali, ed è responsabile di accesso abusivo a sistemi informatici, in quanto si era introdotto nel sistema per poter accedere alle notizie di reato e scoprire se fosse o meno soggetto ad indagini.

La motivazione della sentenza sarà depositata entro 30 giorni. L’avvocato della difesa ha già fatto sapere che ricorrerà in Appello.

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