Restituiti oltre mille reperti archeologici e beni culturali allo Stato dopo un’indagine condotta dai Carabinieri del Nucleo per la Tutela del Patrimonio Culturale di Monza. I manufatti in ceramica e piombo, fibule, chiavi, spille, anelli, tendi arco e pendenti apotropaici risalgono a un vasto periodo cronologico, dall’età protostorica all’età romana fino al XX secolo.

I Carabinieri di Monza hanno restituito questi reperti dopo aver avviato un’indagine in collaborazione con l’Autorità Giudiziaria di Mantova e i funzionari archeologici della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Cremona, Lodi e Mantova. L’indagine è stata avviata a seguito di controlli effettuati nei mercati e nelle fiere dell’antiquariato. Durante uno di questi controlli, i militari hanno sequestrato attrezzi, materiale per scavi e numerosi pesi in metallo di varie dimensioni.

L’indagine ha portato anche al sequestro di circa 600 monete in diverse realizzazioni metalliche, risalenti a diverse epoche, dall’antica monetazione padana fino al XIX secolo. Le monete sono in ottimo stato di conservazione.

Tutti questi reperti sono il risultato di attività di scavo e ricerca condotta da un anziano cittadino della provincia di Mantova, che è stato denunciato per ricettazione e impossessamento illecito di beni culturali appartenenti allo Stato.

Grazie alla collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Cremona, Lodi e Mantova, i reperti sono stati restituiti allo Stato. Questa restituzione è stata resa possibile anche grazie alla riforma legislativa introdotta dalla Legge n. 22 del 9 marzo 2022, che ha introdotto nuovi e specifici reati per la tutela del patrimonio culturale, tra cui il possesso ingiustificato di strumenti per il sondaggio del terreno o di apparecchiature per la rilevazione dei metalli in aree archeologiche o in zone di interesse archeologico.

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