Chiesto l’ergastolo per Davide Fontana, l’assassino di Carol Maltesi
Il Procuratore Maggiore di Busto Arsizio ha presentato un ricorso in appello, chiedendo l’ergastolo per Davide Fontana, colui che l’11 gennaio 2022 ha ucciso la sua vicina di casa, Carol Maltesi, a Rescaldina.
Nel primo grado di giudizio, il bancario di 44 anni era stato condannato a trent’anni di carcere per l’omicidio e il smembramento della giovane di 26 anni, ma il magistrato vuole ora la pena dell’ergastolo a causa delle aggravanti presenti nel caso. La vicenda era tornata alla ribalta lo scorso 20 settembre, quando Fontana, tramite il suo avvocato, aveva richiesto e ottenuto di seguire un percorso di giustizia riparativa, che non sostituisce la detenzione ma prevede un possibile incontro con i familiari della vittima. Tuttavia, i parenti di Carol non vogliono avere nulla a che fare con l’assassino e si sono dichiarati indignati per la decisione dei giudici.
Le aggravanti non erano state riconosciute dalla Corte d’Assise, creando polemiche, così come la recente ammissione di Fontana al percorso di giustizia riparativa, su sua richiesta. “Sono sconvolto e disgustato”, aveva commentato il padre di Carol, Fabio Maltesi, tramite il suo avvocato, “da una giustizia che consente a un assassino confesso, colui che ha ucciso, smembrato ed eviscerato una ragazza, di accedere a un simile percorso”.
Il magistrato ha motivato la richiesta di ergastolo sostenendo che Fontana, che insieme alla vittima realizzava video hard, l’ha uccisa anche a causa della decisione di Carol di trasferirsi altrove, “incompatibile con la loro frequente interazione quotidiana”. Inoltre, ritiene che l’ultimo video che ha indotto Carol a realizzare “fosse un elemento essenziale” del piano dell’assassino.
Fontana aveva richiesto, attraverso un account falso fingendosi un fan della ragazza, un video estremo che prevedeva l’uso di un martello da parte sua, mentre lei aveva la testa coperta da un sacchetto. Ignorando che l’assassino e l’ammiratore online fossero la stessa persona, la donna aveva acconsentito, finendo così nella trappola escogitata dal killer, secondo il pm.