Guasto da tre mesi: “Io, costretta a rischiare mi sono fatta male”

L’ascensore nel sottopasso ferroviario di via Bergamo a Monza non funziona da tre mesi. E lei, una donna anziana, quell’ascensore deve prenderlo. Anche se ha un bastone senza il quale non riuscirebbe a fare un passo. E allora tutti i giorni è così, per lasciare la sua abitazione e muoversi in città, andare a fare quattro compere, prendere una boccata d’aria, si arma di forza e pazienza e affronta quel sottopasso.

Anche se per farlo deve arrancare, e solo chi è costretto a muoversi con un bastone può capirlo. Con il marito a fianco che di primavere sulle spalle non ne ha di meno e la accompagna paziente ma nulla può contro gli acciacchi della vita. E allora succede quello che non è imponderabile, ma è purtroppo un rischio calcolato: la signora Luisa (il nome è di fantasia) un giorno inciampa. Il bastone si pianta al suolo, il piede urta contro uno dei divisori fra le piastrelle che ci sono nel sottopasso e rovina al suolo. Pesantemente, è ovvio. A un certa età non c’è altro modo. Luisa si fa male, ma riesce a rientrare a casa, spera di essersela cavata, un po’ di pomata e qualche ora di sonno. Il giorno successivo però il costato e il braccio le fanno ancora più male. E allora va al pronto soccorso. Forse lì sapranno cosa fare.

Teme di essersi procurata una frattura, ma per fortuna sono solo contusioni. La dottoressa che la visita la rincuora, ma dovrà tirare avanti un paio di settimane di giorni per rimettersi. È stata fortunata. Ma Luisa è arrabbiata: “Non è giusto essere in queste condizioni perché di fatto qu’ascensore è rotto da tre mesi e chi fatica a camminare come me è costretto ad arrangiarsi e ad affrontare i rischi. Per fortuna quando sono caduta ho trovato delle persone gentili che mi hanno aiutato a rialzarmi, ero caduta come un salame inciampando sulle strisce fra i mattoni: avevo un grosso gonfiore sotto l’ascella e temevo di aver incrinato le costole”.

Basta fare una passeggiata sul posto per toccare con mano il problema. Una coppia di anziani si sta inerpicando lungo la canalina laterale che sarebbe concepita per far passare le biciclette. “Per forza, fare i gradoni della salita e della discesa pedonali è troppo difficile – spiegano i due coniugi – Non siamo del posto, ma certo non ci torneremo: speravamo di usare l’ascensore come nelle altre città, ma proprio non si muove”. L’avviso con la dicitura “fuori servizio” è appena leggibile, forse si sono scaricate le pile o è saltato il collegamento elettrico: fatto sta che, avvisati o meno, i pedoni non possono utilizzarlo.

A raccogliere e segnalare il problema, è Salvatore Russo, ex consigliere comunale di Monza, leghista: “Non è accettabile che un ascensore utilizzato da persone in carrozzina, mamme con i passeggini o anziani con difficoltà nel muoversi fisicamente, stia in quelle condizioni, per cui bisogna dare delle motivazioni valide ai residenti. Spero che chi di dovere dia delle spiegazioni e si attivi nel ripristinare il prima possibile il normale funzionamento”.

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