Chiedono la libertà di Khaled e l’intervento dell’Università Statale di Milano
I Giovani palestinesi d’Italia chiedono che anche l’Università Statale di Milano si schieri contro la detenzione di Khaled Al-Qaisi, uno studente di 29 anni della Sapienza di Roma, con doppia cittadinanza italiana e palestinese. Khaled è detenuto dal 31 agosto in un carcere a est di Tel Aviv senza che siano state formulate precise accuse.
“Concittadino, studente e soprattutto palestinese. Perché per Zaki le università italiane hanno preso posizione e per Khaled no?”, domandano i Giovani palestinesi d’Italia che oggi hanno organizzato un presidio all’Università Statale di Milano.
Il giorno dell’arresto, il ricercatore, che ha anche studiato sulla Palestina, si trovava a Betlemme con la moglie italiana e il figlio di quattro anni e stava tornando a Roma dopo una vacanza.
Layla, dell’associazione Giovani palestinesi d’Italia, spiega le ragioni della mobilitazione e le prossime iniziative. “Come Giovani palestinesi d’Italia ed altre realtà studentesche in Italia abbiamo deciso di mobilitarci per chiedere che tutte le istituzioni accademiche italiane, e quindi anche la Statale, prendano posizione su quello che sta accadendo a Khaled”.
Come avete saputo della detenzione di Khaled? “Dalla famiglia e dall’avvocato di Khaled in Italia. Purtroppo, nonostante sia un nostro compagno e amico, non abbiamo mai avuto possibilità di parlargli direttamente da quando è stato arrestato. Nemmeno la famiglia ha avuto modo di farlo direttamente, tutte le notizie che abbiamo ci sono state trasmesse dall’avvocato palestinese”.
Voi siete in contatto con la famiglia? “Sì. Ci siamo organizzati per la mobilitazione a sostegno della liberazione di Khaled insieme alla famiglia, che ha creato il Comitato per la liberazione di Khaled, che ha anche un sito e pagine social. Vogliamo portare l’attenzione più in alto possibile, come si è fatto con Patrick Zaki, mobilitare i media e le istituzioni italiane”.
Lo leggete come nuovo caso Zaki? “In parte lo è, in parte no. Khaled è un cittadino italiano, arrestato in Palestina da Israele e non ha un’accusa. Non sappiamo più niente di lui da un mese”.
Prossime iniziative? “Per il 30 settembre è stato lanciato dal Comitato un presidio davanti alla sede della Rai. A Milano il presidio lo faremo lunedì, con varie realtà cittadine, perché la notizia di Khaled venga diffusa in maniera corretta”.