La bonifica dei luoghi è un’operazione che richiede impegno e attenzione da parte delle autorità competenti. È quanto afferma Niccolò Battisti, commissario capo della Mobile, che si è assunto l’impegno di pulire i boschi utilizzati come luoghi di spaccio. Ma non si tratta solo di rimuovere la sporcizia lasciata dagli spacciatori, ma anche di smaltire le batterie delle auto utilizzate per ricaricare i cellulari e altro.

Durante le indagini condotte nel corso di sei mesi, sono stati identificati circa 300 consumatori che si recavano nelle zone di Caiolo e Bema per acquistare droga a prezzi molto bassi. I giovani, tra cui anche un minorenne, raggiungevano questi luoghi in auto, motorino, bicicletta o addirittura a piedi lungo le strade provinciali. Il vantaggio era che avrebbero potuto acquistare droga a prezzi molto convenienti, come 60 euro per un grammo di cocaina, 20 euro per un grammo di eroina e 10 euro per l’hascisc. Questo permetteva ai ragazzi di acquistare dosi anche delle droghe più pesanti spendendo solo pochi euro.

L’operazione antidroga “Zona mia” ha permesso di individuare le due bande responsabili dello spaccio nei boschi e di mettere fine alla loro attività. I 15 spacciatori arrestati organizzavano la loro attività in base alla disponibilità della droga. Grazie all’aiuto dei “vettori”, che trasportavano la droga in Valtellina, avvisavano i clienti con messaggi telefonici quando la droga era disponibile. Gli assuntori si accampavano nei boschi per circa quindici giorni, dormendo all’addiaccio e ricaricando i telefoni utilizzando le batterie delle auto che avevano recuperato.

Ora che l’operazione è terminata, è importante procedere alla pulizia dei boschi utilizzati per lo spaccio. Battisti si è assunto l’impegno di contattare le autorità competenti per avviare quanto prima questa bonifica. In passato, in altre zone della provincia di Sondrio, cittadini volontari hanno svolto questo lavoro, contribuendo non solo a ripulire le aree, ma anche a disincentivare il ritorno di altre bande di spacciatori. Infatti, una volta sgominata una banda, c’è sempre il rischio che altre bande prendano il suo posto.

È importante rimanere vigili e attenti per evitare che nuovi spacciatori prendano il controllo della zona. Con questa operazione, la polizia di Stato ha reso almeno temporaneamente difficile un turnover rapido. Infatti, anziché arrestare i pusher appena li si individuava, si è scelto di proseguire con l’indagine per ricostruire l’intera rete e arrestare tutti gli spacciatori una volta che si erano identificati. In questo modo si è cercato di intaccare l’organizzazione delle bande e rendere più difficile il loro ricambio.

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