Alta tensione in Val Brembana: “Condizioni sanitarie pessime siamo stati abbandonati”
La tensione sta aumentando nel centro di accoglienza per migranti di Taleggio, un piccolo centro con 500 abitanti nella Valle Brembana, dove nella frazione di Sottochiesa sono ospitati 204 migranti (anche se la prefettura ne indica 134). Secondo il sindaco Gianluca Arnoldi, sono troppi e da tempo lancia l’allarme per una situazione diventata insostenibile, minacciando di dimettersi dalla carica di primo cittadino.
La protesta
Giovedì, tre pattuglie dei carabinieri sono intervenute nella struttura dell’ex Colonia ambrosiana a seguito di una protesta degli ospiti. Essi hanno denunciato la scarsità di cibo da quattro giorni e l’assenza dei responsabili della cooperativa di Vercelli che gestisce il centro di accoglienza: secondo loro, presente solo un’educatrice. I richiedenti asilo si sono quindi rivolti ad alcuni negozi del luogo, chiedendo acqua e cibo. Alcuni hanno raccontato di dover dormire per terra.
Nel frattempo, giovedì sera il sindaco Arnoldi ha incontrato il prefetto di Bergamo, Giuseppe Forlenza. “La situazione è critica e pericolosa dal punto di vista sanitario, dell’ordine pubblico, della sicurezza dello stesso edificio e per l’assenza di un progetto di accoglienza concreto”, spiega il sindaco. “L’assenza del personale della cooperativa è un problema perché manca la gestione e la cura diretta. Mi è stato riferito che oggi i richiedenti asilo sarebbero 204, rispetto alla capienza stimata all’inizio di maggio, quando l’ex Colonia ambrosiana è stata aperta, pari a 50-60 persone. Questa frazione conta solo 75 abitanti.”
La rassicurazione del prefetto
Alla fine dell’incontro con il prefetto, che era stato sollecitato dallo stesso sindaco di Taleggio, Arnoldi si è detto soddisfatto: “Ho trovato grande comprensione e disponibilità. Il numero dei migranti presenti diminuirà per tornare ai numeri iniziali e mi è stata garantita una presenza costante delle forze dell’ordine”.
I residenti: “Situazione esplosiva”
“La situazione è diventata esplosiva”, sottolineano alcuni residenti. “L’intera comunità si è dimostrata fin da subito disponibile ad aiutare queste persone, abbiamo raccolto cibo e vestiti. Ma la convivenza è diventata sempre più difficile. Questo modo di accoglienza è sbagliato.”