L’amore senza età: il caso di una giovane coppia di genitori adolescenti
Il caso di una giovane coppia di genitori adolescenti ha scosso l’opinione pubblica. Si tratta di una ragazza di quindici anni e un ragazzo di ventuno, che sono diventati genitori a tredici e diciannove anni rispettivamente. La loro piccola è nata nel 2022, concepita quando la madre aveva tredici anni. È indubbio che partorire da adolescenti non sia una situazione comune, e può destare impressione vedere una ragazza delle medie con il pancione. Tuttavia, chi siamo noi per giudicare? Chi siamo noi per dire che non è amore, che non sarà per sempre, che c’è un momento giusto per tutto e che questo momento è uguale per tutti? Prendiamo ad esempio questa giovane coppia, che vive nel Mantovano e ha origini venete. Non hanno rinnegato la gravidanza, hanno scelto di portarla avanti e sono felici. Sono innamorati.
La ragazza, in lacrime, ha dichiarato durante l’udienza che nessuna sentenza potrà separarli. Vederlo lì, imputato di violenza sessuale su una minorenne, davanti a un giudice nel tribunale di Mantova, fa crollare il suo mondo. Non è il fatto che quando avrà l’età per prendere la patente, sua figlia andrà ancora alle elementari. Lei ama il padre della bambina e non può vivere senza di lui, non accetta l’idea che possa finire in prigione. Ma dov’è la giustizia in tutto questo? È vero, la legge è chiara: sotto i quattordici anni è un reato e c’è la procedibilità d’ufficio. Tuttavia, qui manca la vittima. La presunta parte lesa continua a sostenerlo senza tentennamenti, affermando che si è trattato di amore e non di stupro, che lo ha voluto e non è stata costretta. C’è anche una prova tangibile: sono ancora insieme. Non si sono separati, non hanno abbandonato la bambina, nulla di tutto ciò. Sono una famiglia (atipica, certo) felice. Quindi, quale è il problema?
Il problema risiede nel fatto che nel 2021 i servizi sociali del Mantovano sono stati allertati dagli insegnanti della scuola media inferiore della ragazza, e la segnalazione è finita alle autorità e poi alla magistratura, avviando così un procedimento giudiziario. Il ragazzo rischia ora dai sei ai dodici anni di carcere, e il prossimo 21 novembre avrà luogo il rito abbreviato. Ma in bilico con un fascicolo penale sulla testa c’è anche la madre della ragazza, ossia la nonna di quella piccola che è finita suo malgrado al centro di tutto. La nonna è stata indagata per omessa vigilanza, poiché non avrebbe impedito ai due ragazzi di avere rapporti sessuali. La signora ha cinquant’anni, e possiamo solo immaginare cosa abbia provato: una figlia giovane che si innamora, un fidanzato che conosce, una storia che va avanti.
Ma cosa avrebbe dovuto fare? Impedire alla figlia di vedere quel ragazzo di diciannove anni che era sinceramente interessato a lei? E per ottenere cosa? Perché se c’è una cosa certa è che dire a un pre-adolescente di non fare qualcosa è il modo migliore per essere sicuri che lo farà. I tempi sono cambiati: avere tredici anni oggi non è come averne avuti tredici negli anni Duemila o anche prima. I ragazzi di oggi sono svegli, non si lasciano ingannare con qualche raccomandazione. Tuttavia, il pubblico ministero di Mantova non sembra pensarla così. Sostiene che la madre abbia “incoraggiato” la figlia ad avere rapporti sessuali con il maggiorenne, e tra l’altro i primi incontri si sono svolti nella casa della sorella della ragazza. Ora anche la madre, titolare di un’impresa di pulizie, dovrà trovare un avvocato.
Nonostante la giovane ragazza abbia spiegato in ogni occasione che la sua relazione è nata da un’amicizia di lunga data, che entrambe le famiglie ne erano a conoscenza e che è stata lei stessa a prendere l’iniziativa, sembra che ciò non sia sufficiente. In vacanza, in un contesto di relax, è nata una storia d’amore, tutto tranne che una violenza di cui si parla in tribunale e che non esiste. Tanto che questa giovane coppia, felice come poche altre, vive attualmente a casa dei genitori del ragazzo, in un piccolo paese tra il Veneto e la Lombardia. La violenza è sbagliata, sempre. La violenza sessuale è sbagliata due volte. I bambini vanno protetti e difesi, non ci sono dubbi al riguardo. Ma se i fatti dimostrano che non c’è stata alcuna violenza, quale senso ha tutto ciò?