Un grande successo per la presentazione di “Il bosco ritrovato” si è verificato venerdì 13 ottobre nel cortile di residenza Torriani. Questa iniziativa della Fondazione Città di Cremona sta sempre più valorizzando questo luogo nel cuore di Cremona come sede per eventi culturali, oltre che come spazio abitativo.

Durante la presentazione, due diverse relazioni hanno sollevato un velo su un luogo poco conosciuto di Cremona, ricco di storia e fascino alle porte della città. La prima relazione, tenuta dallo storico Fabrizio Superti, ha parlato delle vicende belliche che portarono alla distruzione della cascina Zocchetto di via Brescia. La seconda relazione, tenuta dal biologo Riccardo Groppali, ha invece parlato delle emergenze botaniche e faunistiche del bosco sopravvissuto a quegli eventi.

La presentazione è stata aperta da Tiziana Cordani, conservatrice della collezione artistica della Fondazione Città di Cremona, che ha illustrato alcune delle opere portate in esposizione, rappresentative della natura cremonese vista da pittori del Novecento. In particolare, è stata evidenziata la terracotta di Ercole Denti che ritrae i coniugi Mainardi, la famiglia che ha dato il nome a una delle palazzine di Cremona Solidale.

Dopo l’introduzione di Lamberto Ghilardi, segretario della Fondazione Città di Cremona, i due relatori hanno preso la parola. La ricerca condotta da Superti ha restituito in maniera vivida ciò che vissero i cittadini cremonesi durante gli ultimi mesi della seconda guerra mondiale. In particolare, ha raccontato del bombardamento che distrusse la cascina Zocchetto e l’attigua casa padronale Villa Teresa. Questi edifici facevano parte del lascito testamentario della famiglia Mainardi.

Il bosco ritrovato di via Brescia è stato donato all’ospizio nel testamento di Emilio Mainardi, che aveva ereditato la tenuta da suo padre Guido. Durante la guerra, l’ospizio era diventato un ospedale militare e venne bombardato insieme alla vicina caserma Col di Lana. Il 15 dicembre 1944, 18 aerei americani sganciarono bombe sulla zona, causando la morte di 20 persone, tra cui un neonato di 23 giorni. Oggi, il bosco ospita una lapide con i nomi delle vittime.

Il biologo Riccardo Groppali ha invece parlato delle peculiarità presenti nel bosco ritrovato. La natura ha preso il sopravvento in questo luogo abbandonato dall’uomo, ma offre anche elementi di pericolosità a causa della fitta trama arborea. Tra le piante presenti vi sono tassi, ippocastani, magnolie, carpino e un singolo castagno. La fauna è altrettanto ricca, con una grande varietà di uccelli e la presenza di mammiferi come il tasso e il capriolo.

Groppali ha anche anticipato uno studio che analizza l’evoluzione dell’avifauna urbana nel corso degli ultimi 40 anni. Questo studio mostra fenomeni negativi come la crescita esponenziale dei colombacci e la diminuzione di passeriformi come passeri, rondini, fringuelli e cince.

La presentazione si è conclusa con un buffet offerto dal Club delle Fornelle di Cremona. È stata un’occasione ricca di spunti da approfondire, che ha permesso di scoprire un luogo poco conosciuto ma ricco di storia e fascino alle porte di Cremona.

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