Dieci anni fa il territorio cementificato era tre volte inferiore. Complice il passaggio della Tav e l’avanzata dei poli logistici i comuni con la performance peggiore sono Calcinato, Chiari e Desenzano.

Sono passati dieci anni da quando il territorio cementificato era tre volte inferiore rispetto ad oggi. Questo aumento è in parte dovuto al passaggio della Tav e all’avanzata dei poli logistici. Secondo le classifiche dell’Ispra, i comuni con la peggiore performance in termini di consumo di suolo sono Calcinato, Chiari e Desenzano.

Ma c’è una sorpresa: nella classifica delle province che hanno consumato più suolo, Brescia passa dal primo al tredicesimo posto. Questo è un risultato positivo, considerando che nel 2021 sono stati consumati 307 ettari di suolo, mentre nel 2022 sono stati consumati solo 130 ettari. Anche se siamo lontani dagli 800 ettari consumati all’anno agli inizi degli anni 2000, dopo la crisi del 2008 la cementificazione si era ridotta notevolmente, con soli 44 ettari consumati nel 2012. Anche nel 2018, gli ettari cancellati erano meno di oggi (119).

Tuttavia, se guardiamo all’Italia nel suo complesso, la situazione è preoccupante. Ogni secondo si perdono 2,2 metri quadri di territorio vergine. La Lombardia rimane tristemente in testa alla classifica, con 883 ettari consumati nel 2022, seguita da Veneto, Emilia Romagna e Piemonte. Questo dimostra che la zona più produttiva del Paese non riesce a conciliare lo sviluppo con il rispetto del territorio.

Per questo motivo, Legambiente, con il suo presidente Stefano Ciafani, sta chiedendo urgentemente una legge contro il consumo di suolo. Anche se in Lombardia è stata introdotta una legge nel 2014, questa non ha cancellato le capacità edificatorie residue dei Pgt (circa 5.000 ettari nella provincia di Brescia), ed è facilmente aggirabile attraverso i Suap comunali che concedono terreno alle imprese che necessitano di espandersi, anziché incentivare il recupero dei siti dismessi.

Analizzando i dati provinciali, i comuni con il maggior consumo di suolo sono Calcinato, che ha perso 23 ettari nel 2022 a causa del passaggio della Tav, e Chiari, con 15 ettari consumati a causa dell’avanzata della logistica. Anche Desenzano, al terzo posto con 10,4 ettari consumati, e Mazzano, con 9,5 ettari, sono influenzati dalla presenza della Tav e dall’avanzata dei supermercati e della grande distribuzione. Montichiari segue con 9,4 ettari consumati, influenzato anche dalla logistica intorno all’aeroporto. Brescia città si trova al settimo posto, con 3,9 ettari consumati, anche se nel comune stesso non si è registrato consumo di suolo l’anno scorso. È importante ricordare che nel 2019 Brescia ha visto dimezzati i diritti edificatori dalla Corte Costituzionale.

Per aggiornare la sua classifica, l’Ispra utilizza rilievi satellitari e aerei, il che significa che può includere un cantiere in corso per la bonifica di un parco o la costruzione di un edificio commerciale su un’area già destinata a uso residenziale nel Pgt, che quindi non viene considerato consumo di suolo dal comune.

Nell’intera provincia di Brescia, in media si consumano 3.561 metri quadri di suolo al giorno, 148 all’ora. Tuttavia, questa media nasconde il fatto che ci sono 20 comuni che hanno consumato più di un ettaro di suolo, mentre ce ne sono 89 che hanno consumato meno di un ettaro e 94 che non hanno avuto consumo di suolo.

In termini di percentuale totale di territorio comunale consumato, il triste primato spetta ancora a Ospitaletto, che ha cementificato il 45,76% della sua superficie comunale, pari a 425 ettari. Il secondo comune più cementificato è Brescia, che ha già cancellato il 44% del proprio territorio, quasi 4.000 ettari. Tra i comuni che hanno già consumato più di un terzo del loro territorio, ci sono molti paesi dell’hinterland come Castegnato, Roncadelle, San Zeno Naviglio, Rezzato, Flero, Castel Mella e Mazzano, ma ci sono anche comuni della Bassa come Travagliato, della Valcamonica come Cividate Camuno e dell’Ovest come Capriolo.

Tuttavia, nelle valli ci sono comuni che hanno cementificato meno la loro terra nel corso degli anni, anche se la percentuale è influenzata dal fatto di possedere un vasto territorio boschivo. Ad esempio, Saviore dell’Adamello ha consumato solo lo 0,55% della sua terra.

Un’ultima curiosità: solo Erbusco è riuscito a de-cementificare il proprio territorio, con 0,55 ettari recuperati.

In conclusione, è evidente che il consumo di suolo è un problema serio che affligge l’intero Paese. È necessario adottare misure urgenti per contrastare questa tendenza e promuovere uno sviluppo sostenibile che rispetti il territorio e l’ambiente.

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