Il livello del lago di Como continua ad aumentare in modo preoccupante. Ogni giorno, si registra un incremento significativo, mettendo a rischio le aree circostanti. La diga di Olginate, che dovrebbe regolare il flusso delle acque, è attualmente aperta al massimo. Tuttavia, a causa di due paratie rotte, solo la metà dell’acqua viene effettivamente lasciata defluire. Sono quasi 590 metri cubi di acqua al secondo, ovvero quasi 600mila litri ogni secondo, 36 milioni al minuto e più di 2 miliardi all’ora. Nonostante questa enorme quantità di acqua che viene rilasciata, il lago continua a riempirsi a un ritmo allarmante.
La situazione è particolarmente critica in caso di maltempo, quando il Lario rischia di traboccare in vari punti e l’Adda a valle potrebbe esondare. Infatti, il fiume ha già rotto gli argini, allagando alcune zone circostanti come campi e prati, ma fortunatamente non sono stati colpiti i centri abitati. Per prevenire il rischio di inondazioni, le strade che costeggiano l’Adda sono state chiuse al traffico da Olginate fino a Paderno d’Adda, passando per Airuno, Brivio, Calco, Imbersago e Robbiate. Nonostante i divieti, molte persone si avvicinano comunque alle rive del fiume per osservare da vicino la velocità della corrente.
La gestione del lago di Como e del flusso dell’Adda attraverso la diga di Olginate è un compito estremamente complesso. È necessario considerare le precipitazioni atmosferiche, l’afflusso di torrenti e fiumi, la quantità di acqua rilasciata dai bacini artificiali a monte e quella lasciata passare dagli sbarramenti a valle. Si deve anche garantire il funzionamento delle centrali idroelettriche, l’approvvigionamento dei canali di irrigazione verso la Bassa, evitare allagamenti a Como e proteggere i paesi e le città a sud del lago.
È fondamentale affrontare questa situazione con tempestività e attenzione, al fine di prevenire danni irreparabili e proteggere l’ambiente e le comunità locali. La sicurezza delle persone e la tutela del territorio devono essere al centro delle decisioni e delle azioni intraprese per gestire l’emergenza. Solo attraverso un coordinamento efficace e una pianificazione adeguata sarà possibile affrontare questa crisi idrogeologica e garantire la stabilità delle zone colpite.