Condannato un residente di Montello: bloccato a Chiasso dalla Guardia di Finanza mentre era in auto con Kevin Nicolini. Alla frontiera aveva contanti e un lingotto. Il debito con il Fisco di mezzo milione.

Un lingotto d’oro e 5.085 euro in contanti sono stati trovati al confine con la Svizzera, insieme a un debito di 363.000 euro con l’erario, che è aumentato a 497.000 euro, e la richiesta di reddito di cittadinanza. In comune hanno un nome, Giordan Hudorovich, 38 anni, residente a Montello. Il 27 maggio 2020 è stato fermato dalla Guardia di Finanza di Como al confine italo-svizzero. Era passeggero su una Mercedes guidata da Kevin Nicolini, i Nicolini coinvolti nella sparatoria di Trescore nell’agosto 2017. La domanda classica alla frontiera: “Avete qualcosa da dichiarare?”. Hudorovich ha mostrato 5.085 euro e un lingotto d’oro da 100 grammi con marchio Tony Goetz, dicendo che volevano giocarli al casinò. Dalle banche dati la Guardia di Finanza ha scoperto che, oltre ai precedenti di polizia per truffa, ricettazione, fatture false, aveva 363.000 euro di imposte non pagate. Proprietario di un’impresa di commercio di auto dal 2009, non aveva mai presentato una dichiarazione dei redditi. Hudorovich è finito a processo per sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte, per la quale è stato condannato definitivamente a un anno (come anticipato da La Provincia di Como). Assente durante il dibattimento, non ha fornito una versione alternativa dei fatti. “L’assenza di altri beni aggredibili in Italia consente ragionevolmente di ritenere che il trasferimento all’estero di valuta e oro fosse finalizzato a rendere inefficace la procedura di riscossione”, ha scritto il giudice di Como. Facendo notare che la giustificazione del casinò era “pretestuosa”, perché con l’emergenza Covid i locali erano chiusi. Cosa c’entra il reddito di cittadinanza? È l’ulteriore puntata, con una condanna definitiva per false dichiarazioni nella richiesta. Hudorovich ha omesso di indicare le due figlie e, tra i redditi, la somma e il lingotto scoperti al confine svizzero. Ha presentato ricorso fino alla Cassazione, con due spiegazioni: “Vivendo altrove, senza fissa dimora, non sapevo che sul mio stato di famiglia risultassero anche le due figlie maggiorenni; ho dichiarato i redditi del 2018, il controllo alla frontiera è del 2020”. Sul primo punto, i giudici hanno smentito che l’imputato non sapesse del suo nucleo familiare. Non ha nemmeno menzionato di avere un’attività “desunta in modo logico – scrive la Cassazione – dalla disponibilità, al momento del controllo doganale, pochi giorni dopo la presentazione della dichiarazione, della somma in contanti di 5.085 euro e di un lingotto d’oro del peso di 100 grammi”. Sui redditi degli anni è “obbligo del richiedente il beneficio comunicare anche gli incrementi”.

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