I legali di Alessandro Maja, il geometra condannato all’ergastolo per l’omicidio della moglie e della figlia, hanno presentato un ricorso in appello contro la sentenza di primo grado. Gli avvocati Colombo e Pozzoli hanno nuovamente invocato l’infermità mentale del loro cliente, affermando che al momento dei delitti Maja era incapace di intendere e di volere. Nel ricorso si parla di una condizione psichica “delirante” causata dalla convinzione di Maja di essere in procinto di avere problemi lavorativi che avrebbero compromesso la sua situazione economica, una situazione che in realtà non si è mai verificata.

La domanda che rimane senza risposta è il motivo per cui Maja ha compiuto questa strage, una domanda che il figlio Nicolò ha sempre formulato. Nonostante il geometra abbia dichiarato di non pensare più al suicidio durante l’interrogatorio in tribunale, gli avvocati sostengono che le sue condizioni erano tali da farlo meditare nei giorni successivi alla tragedia.

Ora spetta ai giudici del Tribunale di Milano valutare il ricorso in secondo grado e decidere se confermare la condanna all’ergastolo o ridurre la pena di Maja. Nel frattempo, la famiglia è ancora alla ricerca di una risposta al perché di questo terribile gesto che ha devastato la loro vita.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui