La morte di Oumar Dia: nuovi interrogativi sul caso

Il caso della morte di Oumar Dia, il giovane di 21 anni di Fiorano al Serio, ha suscitato molte domande e dubbi. L’interrogazione parlamentare presentata dal deputato Devis Dori ha finalmente portato alla luce alcuni dei quesiti rimasti finora senza risposta.

Secondo quanto rivelato dal sottosegretario al Ministero della Giustizia, Andrea Delmastro Delle Vedove, Oumar era stato arrestato nell’agosto 2020 per il furto di un cellulare a Milano e successivamente nuovamente arrestato il 4 giugno 2021 per furto pluriaggravato a Oriocenter. Quest’ultimo episodio non era mai stato reso noto dai familiari e dagli amici del giovane. Dopo essere stato sottoposto agli arresti domiciliari, Oumar è evaso il 31 luglio 2021, il Tribunale di Bergamo ne ha contestato l’evasione e il procuratore ha disposto la sua custodia in carcere. Tuttavia, il giovane è stato nuovamente posto agli arresti domiciliari il 25 novembre successivo.

Secondo la ricostruzione del sottosegretario, il 7 luglio scorso Oumar è stato nuovamente arrestato perché condannato a tre anni, nove mesi e quattordici giorni di reclusione per somma di reati, considerando anche il precedente del 2020. Il giovane è stato quindi trasferito al carcere di Bergamo. Tuttavia, il 14 settembre si è verificato un episodio che ha cambiato la situazione.

Quel giorno, Oumar ha avuto uno scontro con una guardia del carcere, a cui ha dato un pugno e ha rotto gli occhiali da vista, causandole anche una ferita sotto un occhio. Un membro del personale del carcere è intervenuto per cercare di calmarlo, ma il giovane era visibilmente arrabbiato. È stato portato in infermeria, ma anche lì ha continuato a comportarsi in modo irruento. Il medico di turno ha quindi deciso di trasferirlo all’ospedale Papa Giovanni per una visita psichiatrica. Una volta lì, Oumar avrebbe tentato la fuga, ma è stato prontamente bloccato e riportato in ospedale. A causa del suo stato di agitazione, è stato immobilizzato e posto su una barella con fasce di contenzione.

Dopo essere stato sottoposto agli accertamenti medici, uno psichiatra gli ha prescritto dei farmaci per calmare eventuali episodi di agitazione. Successivamente, è stato riportato nel carcere di Bergamo. Tuttavia, il 2 ottobre è stato trasferito al carcere di Opera per motivi di sicurezza, secondo quanto dichiarato dal sottosegretario.

Il 19 ottobre, durante un controllo, un agente di polizia ha trovato Oumar impiccato alle sbarre della finestra della sua cella. È stato immediatamente portato all’ospedale Humanitas di Rozzano, dove è stato ricoverato in prognosi riservata. Tuttavia, il 26 ottobre è morto a causa di un’insufficienza multiorgano post anossia a seguito di arresto cardio-circolatorio.

Il sottosegretario ha concluso il suo intervento spiegando che Oumar era sottoposto a una intensificazione del livello di attenzione nel carcere di Opera. La sua cartella clinica è ora nelle mani del pubblico ministero, che ha aperto un’indagine per istigazione al suicidio. Al momento, non ci sono indagati.

La risposta del Ministero della Giustizia ha aggiunto nuovi elementi al caso, ma ha anche generato ulteriori domande. In particolare, non è chiaro in quali condizioni Oumar sia arrivato al carcere di Opera il 2 ottobre e cosa sia successo nella sua cella il 19 ottobre, quando è stato trovato in gravi condizioni. Il deputato Devis Dori si è detto soddisfatto della risposta del Ministero, ma ha sottolineato la necessità di approfondire ulteriormente la vicenda.

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