Il 11 aprile 2024 Dumitru Stratan, un moldavo di 34 anni, si troverà di fronte ai giudici della Corte d’Assise di Mantova. Un processo all’ombra dell’ergastolo per l’uomo accusato di aver ucciso la sua ex fidanzata Yana Malaiko, una ragazza ucraina di 23 anni, la notte del 20 gennaio 2023 a Castiglione delle Stiviere, e di averne nascosto il corpo nella campagna circostante sotto foglie e legname. Il giudice dell’udienza preliminare, Chiara Comunale, ha deciso di rinviare a giudizio Stratan per omicidio volontario, accogliendo le richieste del pm Lucia Lombardo, con l’aggiunta di tutte le circostanze aggravanti che pesano sulla sua posizione. Tra queste, la premeditazione, la vulnerabilità della vittima (che si trovava sola in casa di notte e che Stratan aveva convinto a incontrarlo con la scusa di restituirle il suo cucciolo di cane, considerando anche la corporatura minuta della ragazza) e il legame affettivo che li univa (anche se recentemente interrotto). Inoltre, Stratan è accusato di occultamento di cadavere.
La richiesta di processo abbreviato avanzata dalla difesa (che riguardava la premeditazione) è stata respinta, così come la costituzione di parte civile da parte dell’associazione Y.a.n.a. (acronimo di You are not alone): questa, spiega l’avvocato Alessia Sorgato, perché il gruppo è stato fondato dopo l’omicidio della giovane ucraina. L’avvocato Angelo Lino Murtas si è costituito parte civile per Oleksandr Malaiko, padre di Yana, per la madre Tatiana, per la nonna Larissa e per il nonno Giovanni. Oleksandr era presente in aula insieme al suo avvocato, al criminologo Gianni Spoletti, consulente della parte civile, al presidente di Y.a.n.a., Francesco Porrello. Con loro c’era anche Andrej Cojocaru, il giovane con cui Yana stava iniziando una relazione dopo la rottura con Dumitru. “Oggi – ha dichiarato Oleksandr Malaiko al termine dell’udienza – abbiamo compiuto un primo passo molto importante. Spero che l’assassino di mia figlia riceva l’ergastolo”. “Siamo fiduciosi – ha affermato Murtas – che la pena sarà proporzionata alla gravità del fatto”.