La perizia del giudice Benedetto Bifronte, il 62enne di Rozzano accusato di aver ucciso il medico Giorgio Falcetto con una picconata alla testa, ha stabilito che egli è capace di intendere e di volere e di stare in giudizio. La perizia psichiatrica è stata disposta dal gip di Milano e l’incidente probatorio si è tenuto recentemente alla presenza del difensore Stefano Gerunda. Gli atti sono stati quindi ritornati alla Procura ambrosiana, che al momento non ha intenzione di contestare l’aggravante della premeditazione. Secondo la difesa, si è trattato di un omicidio d’impeto: l’indagato, un muratore, portava con sé il piccone in automobile e era stato curato dal dottor Falcetto con un farmaco iniettato attraverso una flebo nel 2021. Da quel giorno, Bifronte continuava a soffrire di diversi e fastidiosi sintomi, e per questo sembra avesse già litigato con il medico. La mattina dell’omicidio, il 13 dicembre scorso, l’indagato aveva dapprima urtato durante una manovra l’auto che era stata lasciata in sosta dal dottore durante il turno e quando il medico era uscito dal Pronto soccorso per chiedere conto dell’accaduto era scaturita la discussione mortale. La situazione sembra quindi essere a favore dell’incriminato e la sua permanenza in carcere sembra ormai inevitabile. Per maggiori dettagli sull’argomento, si può leggere l’approfondimento sul Cittadino di Lodi in edicola domani 4 maggio e in digitale.

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