La scuola dietro la lavagna. In 38 rischiano il processo
Nella serata di ieri è stata stabilita la data dell’udienza in cui il giudice delle udienze preliminari del Tribunale valuterà la richiesta di rinvio a giudizio avanzata dalla Procura di Sondrio nei confronti di Fabio Molinari, 45 anni, di Lovere, in provincia di Bergamo, dirigente dell’Ufficio scolastico territoriale di Sondrio dal 1° gennaio 2018, fino a quando nel 2022 fu colpito da un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari.
La richiesta di processo non riguarderà solo Molinari, ma anche altri 37 coimputati nell’indagine condotta per diversi mesi dai militari del Nucleo di Polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza del Comando provinciale di Sondrio, coordinati dall’allora comandante tenente colonnello Arturo Tacconi, oggi in servizio a Novara. L’inchiesta è costituita da diverse contestazioni, tra cui testimonianze raccolte dagli investigatori e intercettazioni telefoniche. Per il principale indagato, il provveditore agli Studi, assistito dall’avvocato Stefano Di Pasquale, si è sempre dichiarato “estraneo a profili di illegalità e disposto a offrire la massima collaborazione per fare chiarezza” riguardo alle accuse di concussione, induzione indebita, peculato e turbata libertà degli incanti. Per le altre persone coinvolte, tra cui 6 dirigenti scolastici della Valtellina, le ipotesi di reato formulate sono più leggere: peculato e induzione indebita, intesa come dare o promettere utilità.
Nel processo, davanti al giudice Fabio Giorgi, che dovrà decidere se accogliere o meno le richieste dei magistrati, dovranno presentarsi non solo alcuni presidi e il dirigente scolastico provinciale, poi rimosso dall’incarico, ma anche coloro che avrebbero beneficiato dei trattamenti di favore nell’assegnazione delle cattedre. L’indagine della Guardia di Finanza è stata avviata grazie a dettagliate denunce trasmesse al Palazzo di Giustizia da persone ben informate. L’udienza è prevista per il 13 giugno e probabilmente una sola seduta non sarà sufficiente. Le presunte parti lesionate sono molte, ben 108: il Ministero, gli istituti scolastici e i professori vittime delle presunte pressioni del numero uno della scuola valtellinese e di una sua preside, con la quale c’era un’intesa eccellente.