Diasorin scagionata dalle accuse di peculato: assolti i vertici della società e il direttore di Virologia del San Matteo di Pavia, Fausto Baldanti.

Il Giudice per l’Udienza Preliminare di Pavia, Pietro Balduzzi, ha emesso un verdetto di “non luogo a procedere” con la formula del “fatto non sussiste” nell’ambito dell’accusa di peculato rivolta contro l’amministratore delegato di DiaSorin, Carlo Rosa, il direttore scientifico Fabrizio Bonelli, e il direttore di Virologia del Policlinico San Matteo di Pavia, Fausto Baldanti.

L’accusa riguardava la presunta sottrazione di una sacca di 400 ml di siero, ottenuto dal sangue di due pazienti ex positivi al Covid, per il progetto del test sierologico Diasorin.

Il Gup ha respinto le richieste di rinvio a giudizio dopo aver concluso l’udienza preliminare, dichiarando anche il “fatto non sussiste”. La decisione segna la fine di mesi di indagini e controversie attorno all’uso di quel siero per il progetto del test sierologico Diasorin, che ottenne la marcatura CE nell’aprile 2020.

Il giudice ha anche rigettato la costituzione di parte civile dell’azienda concorrente Technogenetics, autrice dell’esposto che aveva avviato le indagini. Altri filoni investigativi nati da quell’esposto si sono conclusi con archiviazioni e assoluzioni sia a Milano che a Pavia, con l’assoluzione lo scorso mese di novembre anche del Presidente del San Matteo Alessandro Venturi.

Fausto Baldanti è stato prosciolto anche dall’accusa di falso, collegata alla presunta assenza di un consenso del Comitato Etico del Policlinico sull’utilizzo di quel siero. Il direttore generale del San Matteo, Carlo Nicora, è stato anch’esso prosciolto da questa accusa.

L’azienda DiaSorin ha espresso la propria soddisfazione attraverso un comunicato, sottolineando che il Gup ha smontato completamente le accuse della Procura, confermando la correttezza dell’operato della società e dei suoi dirigenti. Le motivazioni della decisione saranno rese note tra quindici giorni.

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