Nel primo cinquecento, un castellano misterioso fu sepolto nella collegiata di San Lorenzo a Chiavenna, ma il suo nome rimane incerto. La notizia fu riportata per la prima volta da Lazerta, prefetto di Francia e castellano di Chiavenna nel 1500, e successivamente da Giovanni Abbondio Mascaranico fu Adamolo di Chiavenna nella sua “Cronaca” del 1629. Secondo Mascaranico, il castellano fece importanti lavori al castello con la costruzione di tre nuovi baluardi e alle mura sforzesche del borgo.
Tuttavia, poco si sa di questo castellano. Non si conosce il suo atto di nascita, anche perché la registrazione a Chiavenna inizia solo nel 1598 e manca il registro dal 1672 al 1689. Si dice che fosse un notaio, ma non esistono rogiti a suo nome né presso l’Archivio di Stato di Sondrio né altrove. I Mascaranico, invece, erano una famiglia presente a metà del ‘400 a Mese e successivamente anche a Chiavenna.
L’epitaffio del castellano, trascritto da Ottavio Boldoni nel suo “Epigraphica” nel 1660, recita: “All’ombra di questa madre Vergine Maria giace il valoroso soldato signor Hachara de Ginno, principe di Garzate, castellano della fortezza di questa città per Gian Giacomo Trivulzio, illustrissimo maresciallo del grande re dei Francesi, il quale, dotato di esemplare fedeltà, morì il 14 giugno 1511”. Gian Giacomo Trivulzio fu nominato governatore della Lombardia dai Francesi nel 1500 e volle ricordare il suo fedele castellano di Chiavenna. L’epitaffio si trovava ancora nella collegiata nel 1711, ma probabilmente andò perduto durante una ristrutturazione successiva.
Le fonti storiche offrono diverse varianti del nome del castellano, come Panchera di Girò o Flachara, rendendo difficile determinare la sua origine e la sua attività. Tuttavia, grazie all’epitaffio, almeno il nome del primo castellano durante il dominio francese a Chiavenna è stato tramandato.