La richiesta di revisione del processo per la strage di Erba ha riaperto ferite mai chiuse per i fratelli Castagna e i fratelli Frigerio. Da anni, il clamore mediatico li costringe a rivivere quel tragico 11 dicembre di 17 anni fa. Ogni volta, il rumore assordante delle voci che gridano al complotto è accompagnato dalle immagini della scena del delitto, dei corpi straziati, del sangue. Ora, con l’udienza fissata per l’1 marzo, i familiari delle vittime sono nuovamente sotto assedio, sia fisicamente che emotivamente.
Telecamere e giornalisti si sono affollati fuori dalla casa dei fratelli Castagna, soprattutto l’altro ieri. Ma i parenti di Youssef Marzouk, Paola Galli, Raffaella Castagna, Valeria Cherubini e Mario Frigerio si sono chiusi in un riserbo assoluto e silenzio. Tuttavia, ciò non significa che osserveranno passivamente quanto accadrà a Brescia. Pietro e Beppe Castagna sono assistiti dall’avvocato Massimo Campa di Milano, che li ha difesi dalle accuse e dalle illazioni dopo che è stata ventilata la pista famigliare come possibile alternativa alla colpevolezza di Rosa Bazzi e Olindo Romano. Anche Elena e Andrea Frigerio, i figli di Mario e Valeria Cherubini, sembrano voler nominare un nuovo avvocato dopo la morte dell’avvocato Manuel Gabrielli, che li ha protetti fin dall’inizio.
Azouz Marzouk è l’unico familiare a non avere dubbi sulla colpevolezza dei vicini di casa. Per i fratelli Castagna e i fratelli Frigerio, invece, non c’è alcun dubbio. Se i primi sono stati costretti a subire l’onta di trasmissioni che gettano ombre su di loro, i secondi si vedranno costretti a tutelare la memoria del padre, Mario. Secondo la tesi difensiva, basata su consulenze psichiatriche a distanza, Mario avrebbe accusato Olindo Romano a causa di un ricordo innestato artificialmente nella sua memoria dai carabinieri. La speranza dei familiari è che, una volta chiuso questo ennesimo capitolo, il caso di Erba non venga più menzionato.