Il Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG), insieme ad altre associazioni e numerosi residenti, ha presentato un ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale (T.A.R.) Lombardia contro il decreto D.G. Ambiente e Clima della Regione Lombardia. Questo decreto autorizza il Provvedimento Autorizzatorio Unico Regionale per la costruzione della “Tangenzialina di Bormio”.

Il progetto, proposto dalla Concessioni Autostradali Lombarde – C.A.L. s.p.a., ha l’obiettivo di creare una strada di collegamento per la Valfurva, evitando il centro di Bormio. Tuttavia, le associazioni e i residenti rappresentati dagli avvocati Veronica Dini e Stefano Clementi sostengono che il percorso individuato avrà gravi conseguenze ambientali e territoriali sulla piana della Alute, area coinvolta dai lavori.

Inizialmente incluso nel piano di governo del territorio del Comune di Bormio, il progetto è stato reso prioritario in vista delle Olimpiadi Milano – Cortina 2026, con finanziamento approvato dalla Regione Lombardia. Le criticità riguardano la frammentazione del territorio, l’urbanizzazione delle aree circostanti e il danneggiamento irreversibile della Rete Ecologica Regionale (R.E.R.).

Nonostante ci siano alternative più sostenibili suggerite dagli studi di fattibilità, si persiste con la scelta del percorso controverso. La relazione istruttoria della Regione Lombardia aveva richiesto diverse integrazioni allo studio di impatto ambientale, evidenziando criticità come l’interferenza con le reti di servizi e l’impatto paesaggistico.

Il Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG) aveva già sollevato le preoccupazioni ambientali nel processo di Valutazione di Impatto Ambientale (V.I.A.) nel 2022, ma nonostante ciò il provvedimento autorizzativo è stato emesso.

L’associazione GrIG e le altre entità coinvolte hanno chiesto al T.A.R. Lombardia l’annullamento del decreto autorizzativo, sperando che la “Tangenzialina di Bormio” venga definitivamente abbandonata. Gli interessi legati alle Olimpiadi invernali Milano-Cortina 2026 sembrano aver influenzato una decisione che viene considerata assurda e dannosa per l’ambiente e le finanze pubbliche.

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