“Processo per la faida degli spacciatori nei boschi di Rescaldina: testimoni incerti sul riconoscimento degli imputati”
Nel corso del processo in Corte d’Assise contro Mohamed El Moundiry, Elhabib Rahoui, Abdelatif Bouda e Mohamed Hakmaoui per l’omicidio di Ouadia Bouda, sono stati chiamati a testimoniare due individui che hanno fornito delle informazioni incerte sul riconoscimento degli imputati.
Il primo testimone ha raccontato di aver visto cinque persone, alcune armate di fucili, entrare nel bosco mentre stava percorrendo la strada in bicicletta. Tuttavia, non è stato in grado di riconoscerle con certezza né allora né in aula. Ha anche affermato di aver sentito degli spari e di aver chiamato il numero di emergenza 112.
Il secondo testimone, un uomo che regolarmente acquistava cocaina nella zona tra Gerenzano e Rescaldina, ha dichiarato di aver riconosciuto alcuni dei venditori di droga negli album fotografici mostratigli. Tuttavia, non era presente nel giorno e nell’ora dell’omicidio.
Il pubblico ministero Carlo Alberto Lafiandra avrà quindi la difficile sfida di accertare con certezza i volti degli imputati tra coloro che facevano parte del commando entrato nel bosco per uccidere Bouda. È chiaro che si tratta di spacciatori che operavano nella zona e che l’omicidio è il risultato di una faida tra bande rivali per il controllo delle piazze di spaccio. Tuttavia, non è ancora chiaro chi abbia colpito la vittima e se sia stato un caso di fuoco amico.
Gli spacciatori dei boschi sono spesso definiti “fantasmi” perché arrivano in Italia in modo irregolare e trascorrono settimane o addirittura mesi nei boschi dove spacciano la droga. I clienti li conoscono con nomi di fantasia, li contattano tramite numeri di telefono intestati a terzi e recuperano la sostanza direttamente per strada, su appuntamento.
Il processo per la faida degli spacciatori nei boschi di Rescaldina è appena iniziato, e sarà interessante vedere come si svilupperanno le prove e se sarà possibile ottenere una chiara identificazione degli imputati.