Si aspetta solo l’ultima sentenza ma Solter può cantare vittoria. Dalla Regione, Scurati attacca Città Metropolitana.
Busto Garolfo – Si aspetta l’ultima sentenza, ma sostanzialmente le operazioni di conferimento di rifiuti non pericolosi nell’area potrebbero già cominciare a giugno. Sono le conseguenze delle ultime sentenze del Consiglio di Stato sul caso Solter, l’ex cava di Busto Garolfo al confine con Casorezzo. Il Consiglio di Stato ha bocciato tutti i ricorsi presentati dalle parti, ma ha detto “no” all’appello principale, ovvero quello del parco e dei comuni, dove si condannano Busto Garolfo e Casorezzo, a pagare, a Città Metropolitana di Milano e Solter srl, le spese legali per 4mila euro. Forte delle sentenze, la società privata parla di un “progetto bello e premiante” che “andrà a recuperare l’area dal punto di vista ambientale”. Già è in corso la preparazione dell’area. Tuttavia, l’operazione era osteggiata dai due comuni e dal Parco locale di interesse sovracomunale del Roccolo, sul quale il sito ricade. Inoltre, manca ancora una decisione su un appello presentato al Tar nel 2021.
A sostenere i due comuni, attaccando Città Metropolitana che aveva concesso i permessi a Solter, ci ha pensato la consigliera regionale Silvia Scurati: “Come hanno affermato i sindaci di Busto Garolfo, Casorezzo e Canegrate (comune capofila del Roccolo – nda) continuiamo l’impegno percorrendo tutte le strade possibili per impedire questo disastroso progetto”, ha detto. “Come Lega, lo abbiamo sempre contrastato vista le evidenti criticità e la dubbia gestione di questa vicenda da parte di Città Metropolitana di Milano. Una scelta disastrosa che prevede una discarica nel Parco del Roccolo, una decisione che disprezza i comuni, i residenti e gli agricoltori. Purtroppo, la Regione Lombardia non ha competenze dirette nella fase di autorizzazioni e ha fatto tutto quanto era nelle sue competenze per modificare il Programma Regionale di Gestione dei Rifiuti al fine di escludere la Rete Ecologica Regionale di primo livello dalle aree utilizzabili per l’installazione delle aree di gestione dei rifiuti. Risulta quindi paradossale che mentre il sindaco Sala impone assurdi e dannosi divieti ambientalisti con Area B e C, dall’altra parte si disinteressa dell’inquinamento che la discarica di rifiuti speciali porterà nell’area del Parco, scavalcando comuni, comitati di cittadini e agricoltori da sempre contrari alla sua realizzazione”.
Stefano Vietta