Provincia di Lecco e sette sindaci si uniscono per contestare il progetto di Italcementi di incrementare l’utilizzo di combustibili solidi secondari nel cementificio di Calusco d’Adda. Il loro no non è basato su pregiudizi, ma su richieste di un’analisi epidemiologica sul territorio che non sono state accolte. Il Comune di Robbiate, capofila del protocollo di intesa, ha presentato un ricorso al Tar della Lombardia per annullare le determinazioni dirigenziali della Provincia di Bergamo e Ats Bergamo. I sindaci e la Provincia chiedono trasparenza e sostengono di aver espresso pareri motivati, richiedendo un’indagine epidemiologica sui territori interessati. Inoltre, criticano il fatto che i sindaci non siano stati coinvolti attivamente nelle decisioni riguardanti l’autorizzazione ambientale integrata. La presenza di quattro inceneritori di rifiuti nell’area, insieme all’elevato inquinamento atmosferico, rendono secondo loro inaccettabile l’aumento dell’utilizzo di combustibili solidi secondari nel cementificio. Proprio per questo, suggeriscono di ridurre drasticamente le emissioni del cementificio anziché concedere aumenti di capacità di combustione.

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