Il paese di Cessaniti, commissariato per mafia, è stato teatro di un tentativo di avvelenamento nei confronti del parroco don Felice Palamara durante la celebrazione della messa. Il prete si è accorto che nelle ampolle dell’acqua e del vino era stata versata della candeggina, interrompendo immediatamente il rito e chiamando i carabinieri.

Questo non è il primo episodio di intimidazione nei confronti dei sacerdoti del paese. Don Felice Palamara aveva già subito minacce e danneggiamenti alla sua auto, mentre un altro sacerdote, don Francesco Pontoriero, aveva ricevuto una lettera con minacce di morte e una lama affilata allegata.

Anche un’altra figura importante del paese, Romina Candela, operatrice culturale e presidente dell’associazione Crisalide, ha ricevuto minacce anonime contenenti insulti. Nonostante tutto, Romina ha dichiarato di non avere paura e di continuare il suo impegno sociale e culturale.

La comunità di Cessaniti si è unita per sostenere i propri rappresentanti religiosi e civili, rifiutando di lasciarsi intimidire da atti violenti e minacce. Il vescovo della diocesi ha espresso solidarietà e supporto ai sacerdoti e alle figure pubbliche del paese, sottolineando che queste azioni non hanno nulla a che fare con la vita cristiana e sociale delle parrocchie.

La lotta contro la mafia e le intimidazioni continua a Cessaniti, con la speranza che la comunità possa trovare la forza di reagire e di perseguire la giustizia contro coloro che cercano di seminare paura e divisione.

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