Un padre lotta per la giustizia: la storia di Ilaria Salis

La storia di Ilaria Salis, insegnante monzese di 39 anni detenuta in Ungheria da oltre un anno, sta suscitando indignazione e preoccupazione. Il suo arresto, avvenuto nel febbraio del 2023, è stato descritto dal padre Roberto come parte di un processo politico orchestrato contro di lei, semplicemente perché è antifascista e straniera.

Roberto Salis non ha mai smesso di lottare per la libertà e la giustizia della figlia. Ha partecipato a un incontro pubblico a Vimercate, organizzato dal gruppo “Indipendenti di sinistra”, per raccontare la drammatica vicenda di Ilaria. Durante l’incontro, ha rivelato dettagli agghiaccianti sul trattamento subito da sua figlia in carcere: giorni chiusa in una cella senza potersi lavare, senza accesso a prodotti per l’igiene intima e senza la possibilità di contattare la famiglia o un avvocato.

Ilaria è stata arrestata con l’accusa di aver partecipato a un’aggressione contro neonazisti a Budapest, senza alcuna prova concreta a sostegno di queste accuse. Dopo otto mesi di prigionia, Roberto ha potuto finalmente incontrare sua figlia e ascoltare direttamente da lei la terribile esperienza vissuta in quei mesi.

Il padre di Ilaria ha denunciato la mancanza di sostegno da parte delle istituzioni italiane e del governo, che sembrano non essere intervenuti con la dovuta fermezza per difendere i diritti e la libertà di una cittadina italiana detenuta ingiustamente all’estero.

Ilaria dovrà affrontare un’altra udienza il prossimo 28 marzo, ma Roberto Salis non ha molte speranze in un processo equo e giusto. La lotta per la sua libertà continua, con la speranza che la verità venga finalmente ristabilita e che la giustizia possa prevalere.

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