I primi contatti su un social network, l’inizio della relazione, i figli, il matrimonio. Ma anche la tensione che sfocia in violenza, tra le mura di casa, in un paese dell’alto Varesotto, per un rapporto che non funziona e che finisce al centro di una denuncia per maltrattamenti in famiglia. Per l’uomo accusato delle violenze verso la compagna, è arrivato oggi il rinvio a giudizio, disposto dal gup del Tribunale di Varese.
Lui, 45 anni, respinge tutte le accuse. Lei, di dieci anni più giovane, si è costituita parte civile per chiedere il risarcimento a fronte delle sofferenze che avrebbe patito. Minacce di morte, anche davanti ai figli minori, e sberle, stando al capo d’imputazione. In un periodo che va dal 2018 al 2022.
“Ti taglio a pezzi e ti do in pasto ai porci, così non rimarrà nessuna traccia di te”, avrebbe detto un giorno l’uomo alla moglie, che nel giugno 2022 scappò di casa, insieme ai figli, dopo essere corsa in giardino per sottrarsi all’uomo che le aveva puntato contro un coltello da cucina. Quello era stato l’ultimo atto della tormentata relazione. Seguì la denuncia e il trasferimento della donna e dei figli in una struttura protetta.
“Non ho mai sfiorato una donna, non ho mai fatto mancare niente alla mia famiglia, e per otto mesi non ho potuto vedere i miei figli”, è la posizione del 45enne, che per chi ha indagato, però, avrebbe perso più volte il controllo cercando di imporre le proprie regole alla consorte. Circostanze che dovranno essere provate nel processo.