L’ex direttore generale di Gelsia Ambiente, Antonio Capozza, è stato assolto in appello dopo la condanna di due anni e 8 mesi in primo grado. La condanna riguardava la turbativa d’asta, ma non la corruzione, legata alla fornitura dei sacchi per i rifiuti indifferenziati. Altri imputati hanno patteggiato pene tra i 3 e i 4 anni, tra cui l’ex presidente del consiglio di amministrazione di Gelsia Ambiente, Massimo Borgato.
La notizia dell’assoluzione di Capozza è emersa nel corso del processo in cui è coinvolto l’imprenditore Cosimo Damiano Sfrecola. Durante il dibattimento, è stato ascoltato un investigatore della Guardia di Finanza di Monza che ha condotto le indagini. L’attenzione si è concentrata sui presunti fatti corruttivi legati alla Aeb di Seregno e ai servizi di raccolta dei rifiuti svolti da Gelsia Ambiente. In particolare, si è indagato su un appalto per la fornitura di sacchi con microchip abbinati al codice fiscale dell’utente, sospettando un accordo corruttivo con i vertici della società.
La decisione dell’appello ha sancito l’assoluzione di Capozza, dimostrando che la vicenda è ancora avvolta in molte ombre e che il processo potrebbe riservare ulteriori sorprese.