Il dumping salariale in Ticino: la vera colpa è del padronato

Una serie di cifre dimostra che in Canton Ticino c’è un pesante dumping salariale rispetto al resto della Svizzera. Tuttavia, la colpa di salari nettamente più bassi non è dei frontalieri, bensì del padronato. È quanto emerso dall’intervento del sindacalista Giangiorgio Gargantini del sindacato Unia durante una manifestazione a Como.

Secondo Gargantini, il salario medio in Svizzera è del 23% più alto che in Canton Ticino e, nonostante un aumento dello 0,7% negli ultimi due anni, il costo della vita è cresciuto del 3,4%. Inoltre, il salario medio in Ticino è di 5.546 franchi, ma scende a 4.842 franchi netti per i lavoratori senza responsabilità. Questo dimostra l’esistenza di un dumping salariale strutturato e istituzionalizzato in Ticino.

Gargantini ha sottolineato che i salari medi dei residenti in Ticino sono del 22% più alti di quelli dei frontalieri, ma questa differenza si riscontra solo in Ticino. Ciò dimostra che il problema non sono i lavoratori o la frontiera, ma l’utilizzo che il padronato fa delle differenze di costi della vita.

Il sindacalista ha infine ribadito che il dumping salariale non è colpa dei frontalieri, ma del padronato che paga salari più bassi. È stato creato un sistema che favorisce questa pratica, come dimostrato dall’idea di un sindacato che voleva permettere alle aziende di pagare meno ai frontalieri. Se fosse stato attuato un doppio salario diverso tra residenti e frontalieri, sarebbero stati proprio i residenti a risentirne.

In conclusione, il problema del dumping salariale in Ticino va affrontato partendo dal padronato e non dai lavoratori. È necessario combattere questa pratica per garantire salari dignitosi e condizioni di lavoro adeguate per tutti.

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