Il fenomeno dei “bulldrivers” sta aumentando sulle strade italiane, ovvero soggetti che hanno una condotta aggressiva al volante e che mettono a rischio la sicurezza degli altri utenti della strada. Lo studio del criminologo Flavio Lucio Rossio, presentato a Perugia, evidenzia la necessità di prevenire queste condotte antisociali. Il progetto On The Road, nato a Bergamo nel 2007 e in fase di espansione in altre città italiane, coinvolge ragazzi e ragazze tra i 16 e i 20 anni affiancandoli alle forze dell’ordine e ai soccorritori per far loro sperimentare le attività “sulla strada”.

Secondo l’autore, i comportamenti dei “bulldrivers” sono non rispettare la precedenza, passare con il semaforo rosso, effettuare sorpassi azzardati, guidare distratti dal cellulare, ignorare le distanze di sicurezza o eccedere nella velocità. Le vittime spesso preferiscono sopportare queste angherie, anche perché riprenderli può scatenare reazioni difficilmente prevedibili.

Le cause degli incidenti stradali, secondo il rapporto Aci-Istat 2020, sono la distrazione, il mancato rispetto della precedenza e la velocità troppo elevata. Il 92,2% degli incidenti è causato dalla mancanza del rispetto dei semafori o dei segnali di stop e precedenza, la guida sotto l’effetto dell’alcol o di stupefacenti e la guida distratta, secondo l’ultimo report Istat del 2021.

Le possibili soluzioni, secondo l’autore, passano non solo attraverso le sanzioni, ma soprattutto attraverso la prevenzione, la giustizia riparativa e le soluzioni tecnologiche come la scatola nera da installare sui veicoli e il “semaforo empatico”, una barra a led da installare su parabrezza e lunotto posteriore che emetta quattro colori per comunicare “grazie”, “prego”, un rimprovero oppure uno “scusa”. È importante sensibilizzare la popolazione su questi comportamenti e promuovere l’educazione alla guida sicura.

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