I lupi stanno causando seri problemi nella provincia più a Nord della Lombardia, dove gli allevatori stanno subendo enormi danni. Sabato 29 aprile, nella centrale piazza Bertacchi a Chiavenna, verrà avviata una raccolta di firme contro i grandi predatori. Dalle 10 alle 18 i cittadini dell’intera Valchiavenna potranno firmare la petizione che verrà inviata alla Regione Lombardia. In questi ultimi anni, sulle nostre montagne, sono stati spesi 19.234 euro in progetti europei sul lupo. I danni agli allevatori del territorio sono crescenti e il rischio concreto è che anche i turisti, per paura, ci abbandonino nell’estate che sta per arrivare.

Le ultime incursioni nei giorni scorsi hanno causato la morte di una cerva a pochi metri di distanza dalle case e dalla passeggiata ciclo-pedonale, molto frequentata dai villeggianti. A trovarla, la mattina di venerdì, un ragazzino di soli 10 anni uscito dall’abitazione, per raggiungere il vicino pollaio, dove avrebbe dovuto prendere le uova da portare alla mamma. Il bambino è subito rientrato in casa in lacrime, scioccato per quanto aveva visto sul piazzale innevato.

Un collega, Sandro Vanossi, è stato allertato il giorno successivo per una mattanza di pecore, avvenuta fra Prestone e Portarezza, a circa 1.300 metri, sempre nel territorio comunale di Campodolcino. “Potrebbe avere colpito un solo esemplare giovane d’età. Di solito i maschi giovani fanno così. Assalgono più ovini, anche se poi si nutrono della carne di uno solo: il singolo agisce in questo modo per capire la vastità del luogo di caccia disponibile in quella determinata area in cui compie la strage”, spiegano gli ex guardacaccia.

“Il lupo mi ha sgozzato 7 pecore, mentre due risultano disperse – dichiara affranto Dante Della Morte, allevatore 60enne di Campodolcino -. La scorsa estate a me e ai colleghi – avevamo il gregge di 120 bestie a 2.500 metri di quota – ci sono spariti oltre 20 capi, a stare bassi nei numeri. Non si può più andare avanti. Siamo rassegnati. Ogni anno è la stessa storia. Una strage continua. Presentiamo la domanda di risarcimento e qualcosa – è vero – ci rimborsa la Regione. Le pecore contribuiscono a tenere puliti i prati. Ma con la siccità rischiamo pure di dovere comprare il fieno dall’estero. Un mio amico, stanco di subire danni, le ha vendute. A me ora sono rimaste 15 capre. Ma adesso basta. Le vendo. E sabato vado in piazza a firmare anch’io la petizione da spedire al presidente Attilio Fontana”.

La situazione è critica e gli abitanti della zona sono esasperati. La raccolta firme promossa dall’associazione “Difesa Rurale“ della presidente Francesca Traversi è un’occasione per far sentire la propria voce e chiedere un intervento deciso per risolvere il problema dei grandi predatori. La Lombardia deve fare la sua parte per proteggere gli allevatori e garantire la sicurezza dei cittadini e dei turisti che visitano la zona.

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