La commercialista Monica Rossana Bellini, accusata di riciclaggio, corruzione e associazione a delinquere nell’inchiesta sul Qatargate, non sarà consegnata alle autorità belghe. La Corte d’Appello di Milano ha infatti deciso di rigettare la richiesta di consegna a causa della formulazione “assai vaga” degli atti d’accusa e del “persistente silenzio” dei giudici di Bruxelles di fronte alle richieste di chiarimenti dei magistrati milanesi. La professionista, che aveva trascorso una notte in carcere e circa due settimane ai domiciliari, è ora pienamente libera.

Secondo l’accusa belga, Bellini avrebbe avuto un ruolo importante nel rimpatrio di tangenti provenienti dal Qatar, assieme alla figlia dell’ex eurodeputato Silvia Panzeri. Sarebbe stata la commercialista, su input di Panzeri, a mettere in piedi un sistema di società per garantire un flusso di denaro con apparenza legale. L’indagine riguarda in particolare circa 300mila euro arrivati alla Equality, società prima partecipata dalla Bellini e dal fratello e dal padre di un ex collaboratore, le cui quote sono poi passate a presunti prestanome, anche loro indagati a Milano.

Dopo un incontro tra inquirenti belgi e milanesi, sono stati trasmessi degli atti ai magistrati milanesi che riguarderebbero fatti specifici su cui la Procura di Milano può indagare in autonomia, a prescindere dall’inchiesta avviata in Belgio. Per questo motivo, la Bellini è stata iscritta anche a Milano con l’ipotesi di riciclaggio. Nonostante ciò, la Corte d’Appello ha deciso di non consegnare la professionista alle autorità belghe, in attesa di informazioni più chiare sulla finalità della consegna.

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