Il quadro sequestrato di Modigliani fa ritorno sul lago Maggiore

Il processo riguardante i presunti quadri falsi di Modigliani sequestrati durante una mostra a Palazzo Ducale nel 2017 si è concluso con l’assoluzione di tutti gli imputati. La notizia della morte del principale imputato, Joseph Guttmann, è stata annunciata durante l’udienza. Il giudice ha pronunciato la sentenza assolutoria perché il fatto non costituisce reato e ha dichiarato l’estinzione dei reati a causa del decesso dell’imputato. Gli imputati, tra cui collezionisti, curatori, organizzatori e dipendenti, erano stati accusati di truffa, falso, ricettazione e aver messo in circolazione opere contraffatte. Solo una delle persone coinvolte è stata assolta, mentre per le otto tele dichiarate false verrà apposta la dicitura “Opera falsa non attribuibile ad Amedeo Modigliani”.

Nel processo era coinvolto anche lo scultore locarnese Piero Ottorino Martino Pedrazzini, proprietario dell’olio su tela denominato “Ritratto di Chaim Soutine”, che era stato piazzato come autentico nonostante si sapesse che era falso. Dopo tre anni di udienze e numerosi testimoni ed esperti, Pedrazzini è stato anch’egli assolto. La tela, assicurata per 4 milioni di euro e riconosciuta autentica, sarà restituita al ticinese.

Gli avvocati Marco Marchioni e Filippo Cigala Fulgosi, difensori di Pedrazzini, si sono detti soddisfatti per il risultato del processo, ma hanno espresso amarezza per il comportamento di alcuni sedicenti esperti che hanno coinvolto persone oneste come il loro cliente. Hanno inoltre sottolineato che il quadro è stato riconosciuto autentico da diverse perizie degli esperti mondiali e che si tratta di un vero capolavoro di Modigliani.

La mostra dedicata ad Amedeo Modigliani, intitolata “Modigliani”, aveva aperto i battenti il 15 marzo 2017, ma nove giorni dopo erano scattati i sequestri a seguito degli accertamenti effettuati. Secondo gli investigatori, l’esposizione genovese avrebbe voluto rendere autentiche delle opere false al fine di aumentarne il valore e rivenderle a prezzi elevati nel centenario della morte di Modì. Tuttavia, la tesi accusatoria è stata ribaltata nel primo grado del processo e ora la tela di Pedrazzini può finalmente fare ritorno sul lago Maggiore.

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