Condannati i responsabili del deragliamento del Frecciarossa a Livraga, nel Lodigiano, che ha causato la morte di due macchinisti. Si tratta dei due operai che hanno installato lo scambiatore difettoso. Questa è la prima sentenza, in attesa del processo ordinario per altri 5 imputati che si aprirà il 9 febbraio 2024. Il giudice del Tribunale di Lodi ha condannato i due imputati a tre anni di reclusione ciascuno.
La tragedia ferroviaria è avvenuta il 6 febbraio 2020 nel paese della Bassa, sulla linea dell’alta velocità, poco prima dell’esplosione della pandemia Covid. Il treno Frecciarossa 9595 Milano-Salerno, il primo del mattino, deragliò su un binario morto e si schiantò contro una palazzina delle manutenzioni. La seconda carrozza si ribaltò su un fianco, ma rimase sui binari. Dieci persone rimasero ferite seriamente, mentre i due macchinisti persero la vita. Durante la lettura della sentenza erano presenti le vedove e alcuni parenti delle vittime.
In totale, sono 14 gli imputati a processo. Le accuse includono omicidio colposo, lesioni gravi colpose e disastro ferroviario. Sono stati prosciolti gli ex amministratori delegati di Rfi e Alstom Ferroviaria, insieme ad altri tre imputati. Tre imputati hanno scelto il rito abbreviato e sono stati condannati. Secondo le indagini, questi due operai hanno installato, senza saperlo, un attuatore difettoso sullo scambio numero 5 del Posto movimento Livraga. Durante gli accertamenti successivi alla tragedia è emerso che il componente prodotto da Alstom Ferroviaria a Firenze non era conforme: si è verificata un’inversione dei fili nel cablaggio interno.
Nell’udienza preliminare sono stati rinviati a giudizio altri cinque imputati. Tra di loro, l’operaio interinale che si ritiene abbia effettuato il cablaggio errato nel 2018, l’operatore del banco di collaudo che ha firmato la scheda di regolarità del prodotto, e due quadri responsabili della progettazione e produzione di quel tipo di componenti. Un funzionario di Rete ferroviaria italiana è stato rinviato a giudizio per non aver previsto quel tipo di difetto nei protocolli di manutenzione degli scambi.