L’avvocato cremasco Angelo Branchi è attualmente detenuto nel carcere milanese di San Vittore, dove sta scontando una condanna definitiva a sette anni di reclusione per estorsione tentata e consumata. La Corte di Cassazione ha confermato la sentenza emessa in Appello nell’aprile del 2022.
Branchi è stato coinvolto in un’inchiesta condotta nel 2016 dalla Guardia di Finanza insieme all’artigiano Antonio Silvani, ex proprietario dell’azienda “Silvani Antonio srl” a Chieve, specializzata nella produzione di serramenti, infissi e porte blindate. Silvani è stato condannato definitivamente a 4 anni, 8 mesi, 20 giorni di reclusione e a una multa di 2.860 euro per episodi di estorsione, alcuni dei quali consumati e altri tentati, e per reati tributari.
A partire dal 2000, i due avevano messo in atto un “sistema estorsivo sistematico” ai danni dei clienti, costringendoli a pagare due volte per i lavori. Nel primo grado di giudizio, il pm di Cremona Francesco Messina aveva chiesto l’assoluzione di Branchi, sostenendo che non ci fossero prove della sua malafede. Tuttavia, i giudici lo avevano condannato a una pena di 7 anni e un mese.
Il “meccanismo estorsivo” di Silvani era stato ideato in collaborazione con l’avvocato Branchi, che seguiva le cause legali. Il modus operandi era sempre lo stesso: anni dopo, i vecchi clienti venivano sollecitati a pagare fatture mai emesse in precedenza e per le quali Silvani aveva già ricevuto il pagamento. In alcuni casi, si arrivava anche a minacciare di intentare cause legali attraverso l’emissione di decreti ingiuntivi. Gli investigatori hanno sfruttato il fatto che, dopo dieci anni, gli istituti di credito non conservano più la documentazione delle operazioni bancarie e che i clienti, soprattutto se avevano pagato in contanti, non fossero in grado di dimostrare di aver già effettuato il pagamento per i serramenti acquistati.
Alcuni clienti, nonostante avessero già pagato, si sono trovati di fronte l’ufficiale giudiziario che sequestrava opere d’arte di valore, altri hanno subito il pignoramento del conto bancario, altri ancora sono rimasti sorpresi dall’ingiunzione di pagamento, pensando si trattasse di un errore, e alcuni hanno avuto problemi di salute a causa della situazione. Molti di loro hanno dovuto affrontare una causa civile, venendo descritti come persone non corrette e cattive pagatrici. Durante il processo, nessuno è riuscito a parlare direttamente con l’avvocato Branchi.
Gli avvocati delle parti civili hanno affermato che, dall’esame dei testimoni, è emersa la responsabilità di Branchi. La maggior parte del fatturato dello studio legale proveniva dai lavori portati da Silvani, che non aveva le competenze tecniche per ideare un sistema del genere. Gli avvocati hanno sottolineato le telefonate e le lamentele ricevute nello studio legale da persone che dichiaravano di aver già pagato. Nonostante le numerose segnalazioni, l’avvocato non ha mai risposto e ha continuato a emettere decreti ingiuntivi, anche nei confronti di chi aveva presentato documenti che comprovavano il pagamento. Anche se aveva numerosi collaboratori e il lavoro veniva distribuito, Branchi era il responsabile finale. Consegnava ai colleghi solo l’atto da compilare. Secondo gli avvocati delle parti civili, ci sono prove evidenti della sua malafede e della sua grande partecipazione nel sistema estorsivo.
In conclusione, l’avvocato Angelo Branchi si trova attualmente in carcere per scontare la sua condanna definitiva per estorsione. L’inchiesta ha rivelato un sistema estorsivo messo in atto insieme all’artigiano Antonio Silvani, che coinvolgeva i clienti che avevano già pagato per i lavori. La sentenza della Corte di Cassazione ha confermato la condanna inflitta a Branchi, ritenendolo responsabile delle sue azioni.