La vicenda di T.L., un’anziana di 84 anni di Azzano San Paolo, ha destato scalpore per le molestie telefoniche subite per diversi mesi. Il telefono squillava a orari improbabili, disturbando il sonno dell’anziana. Ma non erano solo le chiamate ad inquietarla, riceveva anche messaggi al cellulare e lettere anonime contenenti insulti e minacce. La situazione è diventata così insopportabile che l’anziana ha deciso di staccare l’apparecchio telefonico per poter finalmente dormire tranquilla.

Le molestie non si sono fermate qui, perché l’anziana ha continuato a ricevere messaggi e lettere anche dopo aver eliminato il telefono fisso. I contenuti dei messaggi erano particolarmente offensivi e accusatori: “Dammi i soldi, avida”, “Ladra”, “Settimo comandamento: non rubare”, e addirittura “Sono andata al cimitero e mi hanno detto tutti che sei la Maga Circe”.

Dopo questi episodi, che si sono verificati tra ottobre 2020 e luglio 2021, la nipote dell’anziana, C.L., è stata chiamata a rispondere dell’accusa di molestie telefoniche. I carabinieri, dopo la denuncia presentata dall’anziana il 18 ottobre 2020, hanno scoperto che le chiamate provenivano proprio dal numero privato della nipote, figlia del fratello dell’anziana. Nonostante le prove, la nipote ha negato ogni coinvolgimento e ha querelato la zia per calunnia. Tuttavia, la querela è stata successivamente archiviata.

L’anziana di Azzano San Paolo ha dovuto affrontare ulteriori disagi a causa di questa vicenda. Ha dovuto dismettere la sua linea telefonica fissa e cambiare il numero di cellulare. Per tenere traccia di tutte le chiamate ricevute, l’anziana ha annotato a mano ogni singola chiamata. Alcune di queste arrivavano nel cuore della notte, come ad esempio alle 3:45 del mattino. Altre iniziavano alle 6:08, seguite da altre alle 6:20 e alle 6:31, e talvolta continuavano anche dopo le 7 del mattino.

Ma qual è il motivo di tanto astio? Secondo l’accusa, C.L. riteneva di avere diritto a una parte dell’eredità lasciata dalla nonna, deceduta a 103 anni dopo essere stata accudita per vent’anni dalla zia. Nel luglio 2020, C.L. aveva fatto recapitare alla zia una richiesta di trentamila euro, che riteneva le spettassero e che pensava fossero stati trattenuti indebitamente dall’anziana di 84 anni. Tuttavia, la zia ha risposto attraverso il suo avvocato sostenendo di non dover nulla, in quanto non c’era alcuna eredità. In aula, l’anziana ha spiegato di aver prelevato novecento euro dal suo conto in diverse occasioni, ma che erano stati risparmiati per le spese funerarie. Non risulta che sia stata avviata alcuna causa civile in merito a questa questione.

La prossima udienza è fissata per il 6 dicembre, quando verranno ascoltati sia l’imputata che il carabiniere che ha analizzato i tabulati telefonici. La speranza è che questa vicenda possa finalmente essere risolta e che l’anziana possa ritrovare la tranquillità e la pace che le spettano nella sua avanzata età.

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