Omaggio ad un tragico evento accaduto ad Albiate nel 1877

Una recente indagine condotta dallo storico di Triuggio, Angelo Cecchetti, ci riporta alla mente un omicidio avvenuto ad Albiate due secoli fa. Prima di tutto, è importante rassicurare i lettori informando che si tratta di un triste fatto accaduto nel 1877. Occorre anche fare una breve premessa, prendendo spunto da Emilio De Marchi con il suo libretto “Quel maledetto coltello – il delitto di Osnago – 1899”, dove descrive il delitto avvenuto in una rissa all’esterno di un’osteria a Pescarenico. Stefano Morelli rimase ucciso da un coltello a causa di dissapori e campanilismo tra gli osnaghesi e i vicini di Usmate. Non è dato sapere se il vino abbia contribuito ad accendere gli animi dei rissosi. Il De Marchi aveva pubblicato una serie di volumetti nella collana “La buona parola”, in cui trattava varie tematiche a contenuto moralistico ed educativo. Il discorso sarebbe lungo, ma torniamo ad Albiate, dove estrapolo l’informazione dal giornale “Gazzetta di Venezia” giovedì 29 dicembre 1877.

L’articolo riporta: “L’Italia di Milano” scrive: “Una gravissima notizia ci arriva in questo momento da Albiate, ameno paesello poco distante dalla nostra città, Milano, e collocato nella vicina Brianza. Si tratta di un omicidio avvenuto ieri notte e che ha costato la vita a un povero giovane sul fiore degli anni”. Le cose sono successe così: l’altra sera, nell’osteria di Albiate, si trovavano due gruppi di giovani. Uno era composto da abitanti di Albiate, l’altro da giovani di Sovico, un altro paese non lontano da Albiate. A causa di rivalità campanilistiche, i due gruppi si sono scontrati. Le parole hanno presto lasciato spazio all’azione. E le conseguenze sono state terribili. Uno dei partecipanti alla rissa è caduto a terra. Un giovane contadino di soli 21 anni, Angelo Galli di Albiate. Improvvisamente uno dei giovani di Sovico, conosciuto fino a quel momento solo con il soprannome di Bregola, si è scagliato contro di lui armato di un falcetto e gli ha sferrato un tremendo colpo al ventre… Erano le otto in punto quando l’infelice Galli è caduto a terra. In un attimo, l’osteria di Albiate è stata sconvolta. È stato chiamato il carabiniere. È intervenuto il pretore di Desio, l’eccellente avvocato Fumagalli. E il magistrato, con il suo interrogatorio, è riuscito a sapere dal morente come è stato colpito e il nome di chi lo ha colpito. Poco dopo, appena suonate le campane, l’infelice Galli era un cadavere. Ieri è stato arrestato l’omicida Bregola. Il cadavere del povero Galli, dopo essere stato per qualche ora nell’osteria di Albiate, dove è stata effettuata l’autopsia, è stato sepolto nel cimitero di quel paese, ancora scosso da quella terribile scena di sangue.

Il confronto con il libro di De Marchi è facile, cambiano i paesi ma il contenuto è identico. Possiamo già notare che il campanilismo era molto presente ed è andato, per fortuna, scemando sempre di più. Prendendo spunto da altri episodi di campanilismo, tra i biassonesi e i macheriesi nel 1908, dove Ambrogio Cassanmagnago, un ragazzo di 14 anni, è stato ucciso da una sassata; oppure quanto accaduto il 17 agosto 1902 nell’osteria di Pagani Santino a Macherio, dove, sempre per motivi di campanilismo, il sovicese Rinaldo Cazzaniga ha accoltellato, uccidendolo, Luigi Vismara di Macherio. Questi episodi accaduti più di 100 anni fa, a volte, ci riportano ai giorni nostri, dove sembra che eventi simili non ci abbiano ancora insegnato nulla, e sicuramente il campanilismo non ne è colpevole…

L’articolo completo è pubblicato anche sul Giornale di Carate in edicola da martedì 3 ottobre 2023.

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