La recente sentenza della Corte di Cassazione ha posto fine alla discrezionalità che fino ad oggi è stata applicata in Italia riguardo alla possibilità di richiedere divorzio e separazione in un unico procedimento. La Cassazione, con la sua sentenza pubblicata il 16 ottobre 2023, ha stabilito che è ammissibile la domanda congiunta e cumulativa di separazione e scioglimento o cessazione degli effetti civili del matrimonio.

Questa decisione è stata accolta con viva soddisfazione dall’Organismo congressuale forense, che ha dichiarato che la sentenza mette fine alla difformità di pronunce di merito, ristabilendo un criterio univoco di interpretazione dell’articolo 473 bis n. 49 cpc.

La procedura congiunta deve essere avviata attraverso la presentazione di un ricorso al tribunale del luogo di residenza di uno dei coniugi. I richiedenti devono dimostrare al giudice i mezzi di prova in loro possesso e presentare i documenti relativi alla situazione patrimoniale. Tra questi documenti figurano la dichiarazione dei redditi degli ultimi tre anni, l’elenco dei beni di proprietà e delle quote societarie, nonché gli estratti conto dei rapporti bancari e finanziari.

È importante sottolineare che in caso di omissioni o false dichiarazioni, i coniugi rischiano non solo di dover pagare le spese legali, ma anche di essere condannati a risarcire i danni all’altro coniuge.

Questa sentenza della Cassazione rappresenta quindi un importante passo avanti nella regolamentazione delle procedure di separazione e divorzio in Italia, ponendo fine all’incertezza che fino ad oggi ha caratterizzato l’applicazione della riforma Cartabia. Ora i coniugi che desiderano separarsi o divorziare possono farlo in un unico procedimento, semplificando così la burocrazia e riducendo i tempi di attesa.

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