L’allerta per la peste suina africana si sta diffondendo dopo la scoperta di un cinghiale infetto nel Piacentino, precisamente in Valboreca lungo il tracciato del postino. I primi segnali di allarme erano arrivati mesi fa dal Pavese, ma ora anche nel Lodigiano c’è il timore di un contagio. Secondo Giovanni Ferri, ex capodipartimento prevenzione veterinaria dell’Asl di Lodi, la presenza dei cinghiali è particolarmente consistente nell’Oltrepò e nel Piacentino. Nel Lodigiano, la zona più a rischio è quella collinare di San Colombano, ma al momento non sono stati riscontrati casi. Tuttavia, la presenza dei cinghiali anche nelle campagne della Bassa aumenta il pericolo di diffusione del virus. Nonostante il virus non sia pericoloso per l’uomo, rappresenta un grave danno economico per gli allevatori suinicoli. Sono oltre 450.000 i capi presenti nel territorio di Lodi, Milano e Monza Brianza, e il settore rischia di essere gravemente colpito. Il virus è altamente patogeno e, se colpisce i cinghiali o un allevamento di suini, provoca un’alta mortalità. In Sardegna, è ormai endemico. Secondo diversi esperti, non è escluso che il virus provenga da carne macellata clandestinamente e poi sia arrivato sul continente. Al momento non esiste una cura e il risanamento avviene solo con l’eradicazione degli elementi infetti.