Pagnona (Lecco) 7 dicembre 20023 – Erano lì in fondo a quel dirupo sul Legnoncino, a 1.700 metri di quota, probabilmente da qualche giorno, semiassiderati, impauriti, ridotti allo stremo dalla fame e dalla sete.

Con le ultime forze rimaste, quando hanno sentito passare qualcuno, hanno provato ad abbaiare ma non ci sono riusciti perché ormai esausti. Hanno emesso solo qualche flebile gemito e lamenti acuti, che però fortunatamente l’escursionista di passaggio è riuscito lo stesso a cogliere. È così scattato l’allarme per salvare i due cani bloccati da chissà quanto in fondo al burrone.

I due segugi di razza sono forse scappati di casa, oppure sono sfuggiti al controllo durante una passeggiata senza guinzaglio o una battuta di caccia, rincorrendo magari qualche animale selvatico. Sono finiti in un dirupo nella zona della vetta, proprio ai piedi della croce che indica la cima della seconda vetta del gruppo del monte Legnone, il più alto della provincia di Lecco.

Non si sa di preciso da quanto fossero bloccati lì, in una zona molto impervia e innevata, dove la temperatura nelle ultime notti è scesa sotto lo zero. Dallo stato in cui sono ridotti sembra fossero lì da qualche tempo, non da mezza giornate o qualche ora. Quando un escursionista di passaggio ha sentito i loro guaiti strazianti ha immediatamente compreso che si trattava di due cani in difficoltà e ha chiesto aiuto agli operatori del 112, il numero unico di emergenza.

Si sono subito messi in moto i vigili del fuoco di due squadre, una del comando provinciale di Lecco, l’altra del distaccamento di volontari di Bellano. Si sono avvicinati il più possibile a bordo dei loro fuoristrada, poi hanno proseguito la marcia a piedi. Per raggiungere i due cani si sono dovuti calare con corde, imbrachi ed equipaggiamento tecnico.

Una volta raggiunti, hanno imbracato anche loro: le due bestiole erano talmente spossate che non hanno opposto nemmeno un minimo di resistenza, oppure hanno compreso che i soccorritori erano lì solo per aiutarli. Dopo averli salvati, i vigili del fuoco li hanno riscaldati e rifocillati. Ora si sta cercando di risalire a chi appartengano.

I cani, all’aperto e in luoghi pubblici, devono essere tenuti al guinzaglio. Sempre. Anche nei boschi, nei prati o in montagna. Lo prevede la legge. È anche questione di sicurezza, altrui e loro. Intanto, se lasciati liberi, possono mordere qualcuno, piuttosto che inseguire e spaventare animali selvatici, aggredirli o spingerli in situazioni di pericolo.

Inoltre possono cacciarsi nei guai pure loro: possono perdersi, ferirsi, precipitare in burroni, rimanere bloccati in punti inaccessibili, proprio come successo ai due segugi salvati dai vigili del fuoco. Loro almeno sono stati fortunati, non sempre però le storie finiscono a lieto fine come nelle favole.

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